Approda in Senato, dopo il passaggio alla Camera, il Ddl Sicurezza: un provvedimento fondato su misure repressive, liberticide e antidemocratiche che trasformano la manifestazione del dissenso in reato, colpiscono i movimenti e le opposizioni sociali, criminalizzano anziché risolvere i problemi del Paese.
È ripartito in queste ore in Senato l’iter per il disegno di legge sicurezza già approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati. Il disegno di legge contiene norme liberticide contro cui si è svolta una grande manifestazione nazionale lo scorso mese di dicembre e si è costituito un comitato nazionale (di cui Sbilanciamoci! fa parte) per opporsi all’introduzione di questa legge.
I contenuti delle norme sono noti e riguardano l’aggravamento delle pene (anni di carcere) per chi occupa le case, chi manifesta con atti di disobbedienza civile (ad esempio un blocco stradale) o di resistenza passiva, i detenuti che vogliano fare uno sciopero della fame contro la condizione disumana delle carceri, i migranti non regolarizzati cui non si darebbe nemmeno la possibilità di avere una sim per telefonare a casa. E altro ancora.
Si tratta, da una parte, di un uso dell’attività legislativa per propaganda elettorale (il tema della sicurezza usato per avere consensi) e dall’altra di un aggravamento delle pene incongruente (rispetto a chi fa un blocco stradale rischia di meno chi dà o riceve tangenti milionarie a danno dello Stato), illiberale e antidemocratico: una repressione del dissenso, anche quello pacifico e nonviolento.
Tutto questo sta nelle corde, ovviamente, dell’attuale compagine di governo che – in gran parte – proviene da una tradizione politica e storica autoritaria e antidemocratica. Ed è un segnale che si vuole dare all’opposizione sociale e ai movimenti attivi nel nostro paese. Già si era iniziato gli anni scorsi con una “stretta” repressiva sulle occupazioni delle scuole, con provvedimenti irragionevoli e crudeli contro gli studenti e le studentesse.
A tutto ciò si accompagna la criminalizzazione dei problemi sociali, non solo dei movimenti che si battono per risolverli. Ovvero la trasformazione dei problemi sociali in problemi penali: che si tratti dei tossicodipendenti, degli emarginati, dei senza casa, dei migranti. È una storia già vista, ad esempio negli Stati Uniti. Invece di prevenire i problemi sociali li si trasforma in reati. Ora è la volta dei movimenti e della cittadinanza attiva che si battono per affrontare e risolvere quei problemi. Con questa legge – qualora approvata – si infliggerà una profonda ferita alla democrazia e alle libertà nel nostro paese.
La nostra Costituzione rischia di essere ulteriormente umiliata e sconfessata da un governo che, con l’autonomia differenziata e il premierato, vuole da una parte dividere il paese e dall’altro restringere ancora di più la democrazia rappresentativa al servizio di un solo uomo (o donna) al comando. Ecco perché è necessario che nelle prossime ore cresca la mobilitazione sociale e politica per impedire l’approvazione di una legge di cui il paese non ha bisogno e che colpisce i nostri diritti fondamentali.
Invece di occuparsi della propaganda sulla “sicurezza” di/da chi manifesta, il governo farebbe bene a occuparsi della sicurezza sui posti di lavoro, delle nostre scuole che cadono a pezzi, del nostro territorio colpito dal dissesto idrogeologico.