Una trattativa implica concessioni da tutte le parti in gioco. Puntare al cambio di regime è invece un modo per far proseguire la guerra senza prevedere una via d’uscita che non sia la vittoria totale dell’Occidente. Una strada pericolosa. Da Rivista Il Mulino.
Non sappiamo quanto le notizie dal fronte ucraino siano affidabili, ma da diversi giorni ormai indicano una direzione presa dalla guerra di aggressione russa. Innanzitutto la capacità di resistere dell’esercito ucraino ha fatto fallire i piani iniziali di prendere rapidamente le grandi città e far fuggire o catturare la classe dirigente al governo. Gli ucraini sembrano anche aver fermato e messo in grande difficoltà la capacità di avanzata russa a Ovest e interrotto i canali di approvvigionamento alla prima linea. Dopo queste difficoltà, il comando russo ha annunciato una nuova fase e concentrato la propria azione a Sud, con l’assedio devastante di Mariupol, e nel Donbass. Gli invasori sono più potenti e capaci di nefandezze ma in difficoltà dal punto di vista militare e devono ridimensionare i propri obiettivi. In più sono sotto embargo e c’è anche qualche segnale di movimento da parte della Cina – che rimarrà neutrale ma forse meno indifferente. Infine, il flusso di rifugiati in Europa e le incertezze che le sanzioni generano nell’economia, soprattutto di quella europea, indicano che per Bruxelles ci dovrebbe essere interesse a cercare una soluzione temporanea e, con meno urgenza, una più ampia.