L’8 e il 9 giugno 2025 le cittadine e i cittadini saranno chiamatə alle urne per esprimersi su cinque importanti quesiti referendari.
I referendum sul lavoro mirano a rafforzare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, contrastare il precariato, re-introdurre strumenti di tutela contro i licenziamenti illegittimi e limitare l’utilizzo dei contratti a termine. Il referendum sulla cittadinanza, invece, punta a rendere più accessibile il riconoscimento della cittadinanza italiana per chi si trasferisce in Italia, affermando il principio di inclusione e uguaglianza.
Lunaria ha aderito al comitato dei 5 SÌ, perché da sempre si impegna per una società più giusta e solidale. Difendere i diritti nel lavoro e riconoscere il diritto alla cittadinanza significa abbattere disuguaglianze storiche e costruire concretamente una società fondata sulla dignità, sulla partecipazione e sulle pari opportunità di tutte e tutti.
A differenza delle elezioni politiche o amministrative, per rendere validi i referendum è necessario raggiungere il quorum: deve votare almeno il 50%+1 degli aventi diritto. Solo così potremo abrogare le norme esistenti e produrre cambiamenti reali nelle condizioni di lavoro, di vita e di partecipazione democratica. Per questo è importante la partecipazione di tutte e tutti!
La partecipazione al voto è uno strumento fondamentale per difendere e conquistare nuovi diritti e il referendum è l’unico modo che abbiamo per avere una voce diretta!
Il voto fuorisede
Per questo Referendum, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 13 marzo il decreto Elezioni, che introduce la possibilità di voto per i fuori sede per l’8 e 9 giugno 2025. Il meccanismo sarà analogo a quello sperimentato nel 2024 per le elezioni europee, che però era limitato solo a studentesse e studenti.
Infatti potranno votare le persone che per motivi di studio, lavoro o cure mediche, sono temporaneamente domiciliate in un comune di una provincia diversa da quella di residenza da almeno tre mesi.
Per fare domanda, e votare nel Comune di domicilio, l’ultima data utile è il 4 maggio
Ma come fare richiesta?
Compila il modello A che puoi trovare al link (anche online) e invialo compilato in tutte le sue parti. Insieme alla richiesta (il modulo A) bisogna allegare:
- La copia di un documento di identità valido.
- La copia della tessera elettorale personale.
- L’autocertificazione di residenza che attesta il motivo per cui sei fuori sede (studio, lavoro o cure mediche) che puoi trovare al link
La domanda può essere presentata personalmente oppure tramite delega a una persona di fiducia presso il municipio di riferimento.
In alternativa, è possibile inviare tutta la documentazione, comprensiva dei modelli A e B e degli allegati richiesti, via email all’indirizzo: procedure.elettorali@comune.roma.it
Per ulteriori informazioni specifiche al comune di Roma si possono trovare sul sito di Roma Capitale
I quesiti
- SÌ per tornare al lavoro se vieni licenziato senza motivo!
«Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?»
Cosa significa? Con il Jobs Act, chi viene licenziato senza giusta causa da aziende con più di 15 dipendenti non ha più diritto al reintegro: oggi riceve solo un risarcimento in denaro. Se vince il SÌ, torna il diritto alla riassunzione.
- SÌ per risarcimenti più giusti!
«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro.”?»
Cosa significa? Se lavori in una piccola azienda (meno di 16 dipendenti) e vieni licenziato senza motivo, oggi hai diritto solo a un massimo di 6 mesi di risarcimento. Se vince il SÌ, avremo un risarcimento più equo, calcolato in base a quanto guadagna l’azienda, alla tua età e al tuo carico familiare.
- SÌ per contratti stabili
«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81 recante “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183”, comma 1, limitatamente alle parole “non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque”, alle parole “in presenza di almeno una delle seguenti condizioni”, alle parole “in assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2025, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;” e alle parole “b bis)”; comma 1 -bis , limitatamente alle parole “di durata superiore a dodici mesi” e alle parole “dalla data di superamento del termine di dodici mesi”; comma 4, limitatamente alle parole “,in caso di rinnovo,” e alle parole “solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi”; articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole “liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente,”?»
Cosa significa? Oggi in Italia le aziende possono farti un contratto a tempo determinato fino a 12 mesi senza neanche dover spiegare il perché. Se vince il SÌ, tornerà l’obbligo di indicare le vere ragioni di un contratto temporaneo, come maternità, stagionalità, picchi di lavoro…
- SÌ per la sicurezza sul lavoro!
«Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole “Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.”?»
Cosa significa? Oggi, se ti fai male lavorando in un appalto, la responsabilità è solo dell’azienda appaltatrice. Ma spesso chi organizza davvero il lavoro, cioè l’azienda che ha indetto l’appalto, non risponde di nulla. Se vince il Sì, anche l’azienda committente dovrà rispondere legalmente in caso di incidenti o mancanza di sicurezza.
- Sì per il diritto alla cittadinanza!
«Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?»
Cosa significa? Oggi, se vivi, lavori o studi in Italia ma non sei cittadinə dell’Unione Europea devi avere 10 anni di residenza continuativa (più altri requisiti di reddito, regolarità fiscale, conoscenza della lingua italiana e assenza di reati) per chiedere la cittadinanza. Se vince il SÌ, il requisito minimo di residenza si riduce a 5 anni.
L’8 e il 9 giugno abbiamo l’occasione di costruire insieme un paese più giusto, più solidale e più accogliente. Votare è un gesto semplice, ma fondamentale. Ti aspettiamo alle urne: votiamo 5 volte SÌ per un futuro più giusto!