“Le multinazionali del mare” di Sergio Bologna: i cambiamenti dell’economia marittima; le portacontainer come fabbriche post-fordiste; gli effetti della crisi
Archivio | Mondo
Il boom dei ricchi e la crisi dei poveri
Le radici sociali della crisi finanziaria: una lezione di Jean Paul Fitoussi a Roma. La lotta alle diseguaglianze come via d’uscita dalla recessione
La vittoria di Obama è una cura per tutti
E’ un patchwork? Ci potete scommettere. Poteva essere migliore? Certo. Ciononostante la riforma Obama è un’enorme vittoria politica, e non solo per lui
Eguaglianza e sanità, la prova di Barack
La riforma sanitaria approvata dal Congresso aumenta l’assistenza ai più poveri tassando di più i ricchi. E’ in questa inversione di tendenza la vera fine del reaganismo. Ma i compromessi fatti sulla riforma ne lasciano incerti gli effetti economici: le compagnie aumentano i premi, a danno del ceto medio. Che potrebbe vendicarsi nelle urne a […]
Un Manifesto che suona la sveglia
Le ragioni di un nuovo intervento pubblico, che assuma un ruolo propulsivo nello sviluppo. Riflessioni sul Manifesto lanciato dall’Associazione Sylos Labini
Come l’ingiustizia fiscale ha gonfiato il debito greco
Mentre l’Europa tentenna, sale in Grecia la protesta. Chi paga per la crisi e chi dovrebbe pagare. Un’anticipazione dall’edizione italiana di Le Monde Diplomatique
Capitalismo e democrazia, fratelli nemici?
Con gli adeguati correttivi, la “strana coppia” può vivere bene. Le tesi dell’ultimo libro di Michele Salvati, e il nodo non risolto della proprietà
Tutti i mass-media del presidente
Potere economico, potere poltiico, media: è in corso un processo di erosione della democrazia. Che la nuova frontiera del web contrasta solo in parte
Ripresa o rientro, questo è il problema
Spingere ancora la ripresa o rientrare dai deficit? E’ questo il dilemma dei governi nazionali. Mentre gli economisti litigano sul da farsi
Europa e dopo crisi: la voce dei sindacati europei
La recessione si è abbattuta su un tessuto sociale già fragile. E adesso il rischio è che, accantonati i sogni di Lisbona, si punti a una ricetta a base di bassi salari