Per immaginare una crescita economica l’Italia deve intervenire sul motore della propria macchina senza fermarla, mentre le riforme strutturali si limitano a fare un tagliando alla macchina
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La mutazione genetica del Jobs Act
Il segno principale impresso dai primi atti del governo Renzi si collocano in continuità con una politica di flessibilizzazione della prestazione lavorativa, nella speranza che ciò porti a un incremento dell’occupazione; una “retorica” ormai così radicalmente sconfessata sul piano scientifico che non può che essere chiamata “ideologia”
La grande rotta dell’industria italiana
Dalla cessione del gruppo Pirelli ai russi per pochi euro all’annunciata vendita di Saipem da parte dell’Eni. Fino alle ultime vicende che riguardano Alitalia, Ilva e Indesit. Il governo italiano resta alla finestra mentre l’industria italiana finisce nelle mani dei grandi gruppi industriali stranieri
Dove portano le riforme
Democrazia svendesi/ Siamo nel mezzo di una revisione «costituzionale» che vuole riformare la democrazia del welfare, cambiare le istituzioni esistenti per assicurare una maggior efficienza economica. È un processo che espropria il popolo dalla sovranità politica
Expo, Tav, Mose: il ritardo italiano
I politici italiani sono abituati a scegliere le opere infrastrutturali “sulla base di interessi particolari e localistici”, mentre l’analisi costi-benefici è ancora vista come uno spauracchio
Lavori in corso, a che punto è il Jobs Act?
Renzismo alla prova/L’idea che con maggiore flessibilità contrattuale si consegua una riduzione della disoccupazione non trova supporto nell’evidenza empirica
Politica industriale, il topolino di Renzi
Quali effetti avranno gli aiuti alle imprese varati da Renzi? Secondo Bankitalia questi incentivi raramente hanno portato a investimenti tecnologici aggiuntivi
Dall’asilo al lavoro: rimandati con debito
Quale relazione c’è tra i percorsi di educazione e produttività nel mercato del lavoro? E come impattano sulla produttività le trasformazioni dell’Università?
I patti clandestini del governo Renzi
La democrazia italiana ha un sistema di regole che in questo momento appare quanto mai irriso e confuso. C’è un livello politico di accordi fuori sistema che tuttavia valgono più degli accordi formali. E così riformare la Costituzione è diventato più semplice che far votare una legge
Garanzia Giovani: a che punto siamo
L’esempio della Campania, dove la disoccupazione giovanile si attesta al 51 per cento, dimostra che i maggiori beneficiari della Garanzia Giovani non sono i giovani stessi, che nella migliore delle ipotesi saranno il 20 per cento del target coinvolto, ma gli operatori dei Centri per l’impiego o degli altri enti accreditati