L’Istat certifica il peggioramento del benessere economico, che nel 22 tocca livelli mai raggiunti finora. Per Daniela Barbaresi, segretaria confederale Cgil, questo scenario “rende ancora più necessario il cambiamento delle politiche economiche e sociali”. Da Collettiva.it
La pandemia ha modificato “in misura significativa” il modo in cui le famiglie percepiscono la propria condizione economica, tanto da invertire il trend positivo che si era registrato negli anni precedenti per alcuni indicatori. A fotografare la situazione del 2022 al termine della crisi pandemica è il Rapporto Bes (sul benessere equo e sostenibile in Italia) dell’Istat. “La quota di coloro che dichiarano di aver visto peggiorare la propria situazione economica rispetto all’anno precedente, pari al 25,8% nel 2019, cresce nei due anni di pandemia e continua ad aumentare nel 2022, fino ad arrivare al 35,1%, livello mai raggiunto in precedenza”, si legge.
Gli indicatori
Rispetto al 2019, in era pre-Covid, l’Italia registra progressi sul fronte della sicurezza, della qualità dei servizi, del lavoro e della conciliazione dei tempi di vita, ma peggiora nelle aree dell’istruzione e formazione e nel benessere economico. I dati più recenti che consentono di effettuare confronti rispetto a quattro anni fa (109 indicatori sul totale di 152) mostrano che per 58 indicatori di benessere, oltre la metà, si registra un miglioramento nell’ultimo anno disponibile rispetto al livello del 2019, un terzo si trova su un livello peggiore rispetto al 2019, mentre il restante 13,8% degli indicatori si mantiene stabile sui livelli pre-pandemici.
Luci e ombre
I progressi sono più diffusi nei domini Sicurezza, Qualità dei servizi e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita (oltre il 72% degli indicatori migliora rispetto al 2019). Seguono i domini Politica e istituzioni e Innovazione, ricerca e creatività con due terzi degli indicatori in miglioramento.
Tra i domini che presentano un andamento complessivamente più critico negli ultimi tre anni, con la maggior parte degli indicatori in peggioramento, si trovano Relazioni sociali, Benessere soggettivo, Istruzione e formazione e Benessere economico.
I peggiori d’Europa
La maggior parte degli indicatori del Bes disponibili per il confronto con la media dei paesi europei (Ue27) mostra una situazione peggiore per l’Italia. Si tratta in particolare di alcuni indicatori dei domini Istruzione e formazione e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita. Tra questi la quota di giovani di 15-29 anni che si trovano al di fuori del contesto di istruzione e non sono occupati (Neet), che in Italia raggiunge il 19,0% rispetto all’11,7% della media Ue27, e la quota di persone di 30-34 anni che hanno completato un’istruzione terziaria, il 27,4% in Italia e il 42,8% in media Ue27. Per il lavoro, il tasso di occupazione italiano nel 2022 è di circa 10 punti percentuali più basso rispetto a quello medio europeo (74,7%), con una distanza particolarmente accentuata tra le donne (55,0% in Italia rispetto a 69,4% per la media Ue27).