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Quelle botte ai giovani e i doveri dello Stato

Attenzione, se lo spirito che si adotterà sarà quello con cui si affrontarono le manifestazioni del G8 di Genova, se sarà quello usato nella caserma di Bolzaneto, nella medesima occasione, si metterà in pericolo la coesione sociale e politica del Paese. Da La Stampa.

La carica della polizia agli studenti all’università di Roma mi preoccupa per un motivo fondamentale. È facile purtroppo prevedere che di manifestazioni ce ne saranno molte nel prossimo periodo. Il disagio è cresciuto molto. Ormai da anni. E la pandemia prima, l’inflazione e la crisi energetica ora, stanno peggiorando la situazione. La coesione sociale è a rischio altissimo. Tante persone sono disperate. Molti giovani non vedono prospettive. E allora assai delicato è il compito di garantire l’ordine pubblico. E c’è bisogno di grande equilibrio.

L’università è il luogo della formazione, del dibattito, della cultura. È il luogo del confronto democratico delle idee. Dove tutti i cittadini hanno diritto di prendere la parola. Contestare è un diritto. Manifestare è normale in ambito democratico. Per una democrazia il pluralismo vive anche nel conflitto. La Costituzione prevede che il diritto a manifestare possa essere ristretto solo «per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica». Ma dobbiamo sempre ricordarci che le limitazioni al diritto di contestare, manifestare, di esprimere le proprie opinioni e quindi, in questo caso, le cariche della polizia agli studenti, devono rispondere a principi di proporzionalità e di ragionevolezza.

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