La morte dei civili, che siano israeliani o palestinesi, è inaccettabile. La spirale del terrore e della guerra va fermata subito, e per noi non c’è che un modo: con il rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite, la creazione di uno Stato di Palestina e la costruzione di un sistema di sicurezza e garanzia per […]
La nuova guerra in Israele/Palestina, oltre a provocare un numero di morti sempre più alto, rischia di incendiare il Medio Oriente e tutto il resto del mondo. Al criminale attacco di Hamas nel sud di Israele, il governo di Netanyahu ha risposto non solo con la legittima autodifesa, ma con un’operazione militare di rappresaglia e di occupazione a Gaza che sta causando migliaia di vittime innocenti nella popolazione civile: bambini, donne, anziani, malati. La morte dei civili, che siano israeliani o palestinesi, è inaccettabile.
Il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen ha dichiarato che “Hamas non rappresenta il popolo palestinese”, pertanto l’azione disumana e feroce di Hamas va condannata fermamente per le perdite di vite umane innocenti e perché va contro gli interessi del popolo palestinese. Ma disumana è stata in questi anni anche l’azione dei governi israeliani che hanno oppresso un popolo, violato le risoluzioni internazionali dell’ONU e persino le norme più elementari del diritto internazionale, con l’occupazione e la colonizzazione di territori che non appartengono a Israele.
La spirale del terrore e della guerra va fermata subito, e per noi non c’è che un modo: con il rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite, la creazione di uno Stato di Palestina e la costruzione di un sistema di sicurezza e garanzia per lo Stato di Israele, anche attraverso una missione di peace keeping dell’ONU ai confini tra Gaza e Israele e in prospettiva – con il necessario ritiro israeliano dalla West Bank – al confine tra Israele e i territori della Cisgiordania. Questo significa lo stop alla colonizzazione di questi anni, alla costruzione dei muri, alle discriminazioni contro il popolo palestinese. Uno Stato di Palestina che dovrà avere piena responsabilità anche rispetto alla sicurezza del proprio territorio, con il disarmo di tutte le milizie private e affiliate a gruppi politici e religiosi. Sappiamo che la strada è lunga, ma è l’unica possibile.
Abbiamo condiviso l’appello della Rete Italiana Pace e Disarmo che ribadisce alcuni concetti fondamentali: tra questi, l’esigenza che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite prenda una decisiva iniziativa per far tacere le armi e avviare il dialogo, il negoziato per la liberazione degli ostaggi e la ricostruzione delle condizioni della pace. Come Sbilanciamoci! ci associamo a tutte le iniziative che vadano in questa direzione, al cordoglio per le vittime israeliane e palestinesi, alla solidarietà con chi si batte contro la guerra, al riconoscimento del diritto di Israele ad avere la propria sicurezza e al diritto del popolo palestinese ad avere il proprio Stato. Senza violenza e guerra, con il rispetto del diritto internazionale, dei diritti umani, del ruolo delle Nazioni Unite.