Lungi dall’essere ad un passo dal controllo statale dell’economia, i salvataggi condizionati si sono dimostrati uno strumento efficace per guidare le forze produttive nell’interesse di obiettivi strategici e ampiamente condivisi. Da Project Syndacate.
La crisi e la recessione COVID-19 offrono un’opportunità unica per ripensare il ruolo dello stato, in particolare i suoi rapporti con le imprese. L’ipotesi di lunga data secondo cui il governo è un peso per l’economia di mercato è stata smentita. Riscoprire il ruolo tradizionale dello stato come “investitore di prima istanza” – piuttosto che come prestatore di ultima istanza – è diventato uno dei presupposti per un’efficace elaborazione delle politiche nell’era post-COVID.
Fortunatamente, gli investimenti pubblici sono aumentati. Mentre gli Stati Uniti hanno adottato un pacchetto di stimolo e salvataggio da 3 trilioni di dollari, l’Unione Europea ha introdotto un piano di risanamento di 750 miliardi di euro (850 miliardi di dollari), e il Giappone ha raccolto un ulteriore trilione di dollari in assistenza per le famiglie e le imprese.
Tuttavia, affinché gli investimenti possano condurre a un’economia più sana, resiliente e produttiva, il denaro non è sufficiente. I governi devono inoltre ripristinare la capacità di progettare, attuare e applicare le condizionalità nei confronti dei destinatari, cosicchè il settore privato operi in modo da favorire una crescita inclusiva e sostenibile.