A dieci anni dal premio Nobel per la Pace all’Unione Europea, il Movimento europeo che ne fa da cemento in Italia ricorda l’art.11 della Costituzione e stimola negoziati per l’Ucraina.
Pensiamo che debba essere ricordato con molta positiva determinazione il fatto che dieci anni fa l’Unione europea o meglio i leader delle sue istituzioni ritirarono ad Oslo il premio Nobel per la pace e che questo premio era legato non solo al fatto che l’integrazione europea aveva contribuito alle relazioni pacifiche fra paesi e popoli che per secoli si erano combattuti ma anche come auspicio del rifiuto dell’Unione europea della guerra come soluzione dei conflitti fra i popoli come recita l’art. 11 della Costituzione italiana.
Dal 2012 l’Unione europea non è stata capace di contribuire alla prevenzione dello scoppio di conflitti sanguinosi né alla cessazione di ostilità militari e di bloccare la guerra scatenata da Vladimir Putin contro l’Ucraina.
Noi siamo convinti che nel decennale del premio Nobel della pace i leader europei debbano decidere collettivamente affinché cessino le ostilità nel rispetto dei diritti del popolo ucraino e che si avviino dei negoziati con la partecipazione della stessa Unione Europea come garante del rispetto dei futuri accordi di non belligeranza e poi di pace.