La posizione del governo italiano è determinante per la consultazione dei parlamenti europei sul CETA, l’accordo commerciale tra Canada e Unione Europea, alla fine di giugno. Firmiamo la petizione affinché l’Italia consenta la consultazione democratica in ogni Paese europeo, prima di approvare accordi che incideranno sulla nostra economia, sul lavoro, sui diritti e sull’ambiente.
La posizione del governo italiano è determinante per la consultazione dei parlamenti europei sul CETA, l’accordo commerciale tra Canada e Unione Europea, alla fine di giugno.
Il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), come il TTIP, fa parte di una nuova generazione di trattati economici con l’obiettivo dichiarato di aprire ulteriormente i mercati per favorire crescita e lavoro.
In realtà – come emerso da diverse inchieste – questi accordi andranno a svantaggio dei piccoli produttori, favorendo le multinazionali che potrebbero persino rivalersi sui singoli Stati in caso di nuove leggi a tutela dei lavoratori, dei consumatori e dell’ambiente. Cosa ancora più grave è che stanno avvenendo per lo più in segreto, senza la consultazione dei parlamenti.
A fine giugno, nel corso del Consiglio Europeo, si deciderà sulla competenza esclusiva dell’Unione sul trattato o sulla possibilità di adottare un accordo misto, che prevede il consenso di tutti e 28 gli Stati membri.
Il governo italiano sta scavalcando la volontà dei Paesi che rivendicano la propria sovranità in materia, supportando la proposta della Commissione di ratifica in sede europea.
Il Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda ha espresso il suo consenso in una lettera inviata alla Commissaria europea al Commercio Cecilia Malmström.
Riteniamo inaccettabile che la ratifica dell’accordo avvenga senza il consenso del Parlamento italiano e degli altri parlamenti nazionali.
Per questo chiediamo al ministro allo Sviluppo Economico e ai presidenti di Camera e Senato di:
- riconsiderare la decisione sul CETA e rivendicare la consultazione degli accordi da parte dei parlamenti nazionali.
Firmiamo affinché l’Italia consenta la consultazione democratica in ogni Paese europeo, prima di approvare accordi che incideranno sulla nostra economia, sul lavoro, sui diritti e sull’ambiente.