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Lidia Menapace, una maestra

Un ricordo di Lidia Menapace, scomparsa a 96 anni. Ex staffetta partigiana, animatrice del movimento pacifista, senatrice, femminista, donna dalla straordinaria vivacità intellettuale: a chi si impegna per cambiare la realtà che ci sta intorno lascia tanti insegnamenti e idee, che dobbiamo portare avanti.

Ricordare Lidia Menapace, a poche ore dalla sua scomparsa, è difficile. È stata per noi una maestra in tante occasioni. Staffetta partigiana, militante politica e senatrice, femminista, giornalista e pacifista, ci ha sempre insegnato molto con le parole e con l’esempio.

Abbiamo conosciuto Lidia a partire dagli anni ’80, quando insieme a tanti altri e tante altre abbiamo dato vita all’Associazione per la Pace e alla campagna Venti di Pace, precorritrice della Campagna Sbilanciamoci. Partecipava alle nostre riunioni – non era più giovanissima – prendendo il treno da Bolzano e arrivava puntualissima a Roma, a via Giovan Battista Vico, dove aveva sede l’Associazione per la Pace.

Lidia Menapace, come Alex Langer, veniva da un luogo di frontiera sociale, linguistica e culturale e non solo geografica (il Sud Tirolo); era una donna che portava sempre idee e proposte originali, brillanti, che spiazzavano, ma convincevano chi la stava ad ascoltare. Era attenta alle parole, alle sue sfumature. Parlava di pratiche e non di strategie. Denunciava la guerra, ma non rinunciava alla lotta, che a differenza della guerra – ci ricordava – ha delle regole e non è cruenta.

Nell’Associazione per la Pace aveva portato, insieme a tante donne, la cultura del movimento femminista: la sex balance negli organismi statutari, il linguaggio, la denuncia della incultura maschilista del potere e della guerra, la priorità all’organizzazione orizzontale della politica rispetto a quella verticale. Ci aveva accompagnato anche all’avvio della Campagna Sbilanciamoci, dandoci il suo contributo per molte proposte, partecipando alle nostre iniziative, seguendoci costantemente.

Lidia Menapace era una donna di grandissima vivacità intellettuale, di grandissima passione, di una curiosità che non aveva limiti. Era una donna empatica e comunicativa. Aveva la coerenza, il rigore e la serietà di molta gente del Sud Tirolo: partecipava alle riunioni fino alla fine, seguiva con intensità tutti gli interventi, prendeva appunti, svelava ipocrisie e incongruenze, senza alcuna timidezza.

Ai pacifisti, alle donne, a chi si impegna per cambiare la realtà che ci sta intorno lascia tanti insegnamenti e tante idee, che dobbiamo continuare a portare avanti. Ci lascia l’esempio inimitabile della sua vita e del suo impegno, da ricordare e seguire.