La lettera aperta al cancelliere Olaf Scholz con la richiesta di resistere alla pressione di mandare armi pesanti al governo dell’Ucraina, lanciato dal centro femminista tedesco “Emma” e sottoscritto da 140.000 persone.
Caro cancelliere Olaf Scholz,
ci rallegriamo del fatto che lei abbia finora considerato così attentamente i rischi: il rischio che la guerra si estenda all’interno dell’Ucraina; il rischio che si estenda a tutta l’Europa; anzi, il rischio di una terza guerra mondiale.
Speriamo quindi che riconsideriate la vostra posizione originale e non forniate, direttamente o indirettamente, altre armi pesanti all’Ucraina. Al contrario, vi esortiamo a fare del vostro meglio per garantire che un cessate il fuoco possa essere raggiunto il più presto possibile; un compromesso che entrambe le parti possano accettare.
Condividiamo il verdetto sull’aggressione russa come una violazione della norma fondamentale del diritto internazionale. Condividiamo anche la convinzione che esiste un dovere politico e morale di principio di non ritirarsi dalla violenza aggressiva senza reagire. Ma tutto ciò che può essere derivato da questo ha dei limiti in altri precetti dell’etica politica.
Siamo convinti che due di questi limiti sono stati raggiunti: in primo luogo, il divieto categorico di accettare un rischio manifesto che questa guerra degeneri in un conflitto nucleare.
La consegna di grandi quantità di armi pesanti, tuttavia, potrebbe rendere la Germania stessa una parte della guerra. E un contrattacco russo potrebbe poi innescare la clausola di assistenza reciproca prevista dal trattato NATO e quindi il pericolo immediato di una guerra mondiale.
La seconda linea di confine è il grado di distruzione e di sofferenza umana tra la popolazione civile ucraina. Anche la resistenza giustificata contro un aggressore è ad un certo punto insopportabilmente sproporzionata rispetto a questo.
Mettiamo in guardia contro un duplice errore: in primo luogo, che la responsabilità del pericolo di un’escalation verso un conflitto nucleare sia solo dell’aggressore originale e non anche di coloro che, con gli occhi aperti, gli forniscono un motivo per agire in modo eventualmente criminale.
E in secondo luogo, che la decisione sulla responsabilità morale dell’ulteriore “costo” in vite umane tra la popolazione civile ucraina è di esclusiva competenza del loro governo. Le norme moralmente vincolanti sono di natura universale.
L’aumento delle armi che avviene sotto pressione potrebbe essere l’inizio di una spirale globale di armi con conseguenze catastrofiche, non ultimo per la salute globale e il cambiamento climatico.
Nonostante tutte le differenze, dobbiamo lottare per la pace globale. L’approccio europeo della diversità comune è un modello per questo.
Siamo convinti, cancelliere, che il capo del governo della Germania in particolare possa dare un contributo decisivo per una soluzione che resista al giudizio della storia.
Non solo in vista del nostro attuale potere (economico), ma anche in vista della nostra responsabilità storica – e nella speranza di un futuro pacifico comune.
Speriamo e contiamo su di voi!
Cordiali saluti
I primi firmatari:
Andreas Dresen, regista
Lars Eidinger, attore
Dr. Svenja Flaßpöhler, filosofa
Prof. Dr. Elisa Hoven, avvocata penalista
Alexander Kluge, intellettuale
Heinz Mack, scultore
Gisela Marx, produttrice cinematografica
Prof. Dr. Reinhard Merkel, avvocato penalista e filosofo del diritto
Prof. Dr. Wolfgang Merkel, politologo
Reinhard Mey, musicista
Dieter Nuhr, cabarettista
Gerhard Polt, cabarettista
Helke Sander, regista
HA Schult, artista
Alice Schwarzer, giornalista
Robert Seethaler, scrittore
Edgar Selge, attore
Antje Vollmer, teologa e politica verde
Franziska Walser, attrice
Martin Walser, scrittore
Prof. Dr. Peter Weibel, teorico dell’arte e dei media
Christoph, Karl e Michael Well, musicisti
Prof. Dr. Harald Welzer, psicologo sociale
Ranga Yogeshwar, giornalista scientifico
Juli Zeh, scrittrice
Prof. Dr. Siegfried Zielinski, teorico dei media (redazione Telepolis)