La traiettoria di una sanità pubblica e universale, dall’articolo 32 della Costituzione alla legge n. 833 e all’istituzione del Fondo sanitario nazionale. Da L’Antivirus.
L’importanza della sanità pubblica in tempi di emergenza da Covid-19, ma a maggior ragione in tempi “normali”, deve portarci a riflettere da un lato sulle origini storiche dell’istituzione che ne è più investita, il Servizio Sanitario Nazionale; dall’altro sulle trasformazioni che negli ultimi decenni hanno portato a una riduzione del welfare e dei servizi pubblici.
I tagli alla sanità e al welfare sono stati uno degli elementi centrali della riorganizzazione del capitalismo in chiave neoliberale affermatasi a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso. Da tempo analizzati da una ricchissima letteratura, gli assi portanti del neoliberalismo sono numerosi. Tra questi in modo particolare vanno ricordati l’espansione della finanza, la globalizzazione delle produzioni e dei mercati, la crescente estensione dei processi di accumulazione in ambiti legati alla riproduzione sociale e con essi la privatizzazione dei servizi collettivi del welfare e l’entrata della logica di mercato nelle attività di cura, istruzione, assistenza, ricerca, salute e ambiente. Processi che hanno segnato il ridimensionato del welfare universalista e della stessa sanità pubblica, all’insegna di una pesante revisione politica ed ideologica di cui lo Stato sociale è stato bersaglio a partire dall’ultimo ventennio del Novecento, quale manifestazione della costruzione di un senso comune funzionale alla distruzione di forme di solidarietà sociale.