La recente distribuzione della la quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario degli atenei ha registrato forti cali per atenei ampiamente premiati negli anni precedenti e aumenti per alcuni Atenei in passato penalizzati. Frutto non di un cambiamento della qualità di didattica e di ricerca degli atenei, ma di un semplice cambiamento delle scale utilizzate […]
Il 29 dicembre 2016 il Miur, con la pubblicazione della quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario degli atenei, ha completato la distribuzione delle risorse al sistema universitario, non senza novità.
Da un lato il ministero ha sicuramente proseguito la propria politica, lasciando sostanzialmente invariati i fondi dopo gli 800 milioni di tagli dal 2008, incrementando il peso della quota premiale, che per il 2016 passa dal 20% al 22%, ed aumentando dal -2 al -2,25% le perdite massime che possono subire gli atenei. Dall’altro lato, però, il risultato della distribuzione della quota premiale contiene delle novità: la quota premiale registra forti cali per atenei ampiamente premiati negli anni precedenti, mentre aumenta in modo netto per alcuni Atenei in passato penalizzati.
Tutto questo avviene non per un cambiamento della qualità di didattica e di ricerca degli atenei, ma per un semplice cambiamento delle scale utilizzate per pesare i risultati della nuova Valutazione della qualità della ricerca (Vqr 2011-2014), e per effetto delle clausole di salvaguardia, che ha portato a dei risultati maggiormente concentrati attorno al valore medio.