Il 17 febbraio, all’età di 93 anni, è morto lo studioso e attivista norvegese pioniere degli studi sulla pace. Lo omaggiamo ripubblicando una sua vecchia intervista. Da Lettera22
Quest’anno Johan Galtung festeggia cinquant’anni di attività. Quello che è considerato il padre degli studi sulla pace ha infatti dedicato gran parte della sua vita alla promozione della cultura, ancora minoritaria, della pace e della soluzione nonviolenta dei conflitti; lo ha fatto, sin dall’inizio della sua lunga traiettoria intellettuale e politica, combinando ricerca analitica e attivismo sociale, e facendo proprio dell’unione di teoria e pratica il principale strumento con il quale contrastare un retaggio culturale talmente radicato nell’immaginario, nel lessico e nella pratica politica da risultare sottinteso: l’idea che la guerra sia un dato inevitabile, fisiologico della specie umana.
Per Galtung si tratta invece di «una istituzione sociale come le altre, perché se la violenza non potrà mai essere eliminata completamente, la guerra invece potrà essere abolita come è stato fatto per il colonialismo e la schiavitù». Per farlo, però, non è sufficiente – sebbene sia indispensabile – criticare la guerra e si suoi effetti o denunciare le ragioni che si nascondono dietro gli interventi umanitari, ma occorre «lavorare in senso costruttivo, elaborando immagine plausibili di un futuro diverso, aprendo spazi per la pace e per mediazioni intelligenti ed efficaci». In altri termini, come scrive in uno dei suoi ultimi libri, Pax Pacifica, non bisogna soltanto eliminare i fattori conduttori di guerra, quelli che definisce “bellogens”, ma occorre soprattutto introdurre sempre nuovi fattori conduttori di pace, i “paxogens”. Quei fattori che Galtung con la sua infaticabile attività di ricercatore e mediatore di pace in questi cinquant’anni ha contribuito a diffondere in molti paesi.
Abbiamo incontrato Johan Galtung a Genova, dove ha inaugurato gli incontri di “Mondo in Pace. La fiera dell’educazione alla Pace” organizzata dalla Caritas Diocesana di Genova con il patrocinio della provincia di Genova.
Chi è Galtung
Nato a Oslo nel 1930, Johan Galtung ha studiato matematica e sociologia, e si è dedicato sin da giovane agli studi sulla pace, pubblicando nel 1955, insieme ad Arne Næss, un testo sul pensiero di Gandhi, Gandhi’s political ethics. Fondatore nel 1959 del primo istituto di ricerca sulla pace, l’International Peace Research di Oslo (PRIO), ne è stato direttore per dieci anni. Nel 1964 Galtung ha dato vita alla prima rivista accademica dedicata agli studi sulla pace, il Journal of Peace Research, contribuendo inoltre alla fondazione della International Peace Research Association. Dal 1969 ha ottenuto una delle prime cattedre al mondo di studi sulla pace, insegnando fino al 1977 Conflict and Peace Research presso l’Università di Oslo. Consigliere di diversi organismi delle Nazioni Unite, professore onorario in numerose università, nel 1987 Galtung è stato insignito del premio Nobel alternativo per la pace, il Right Livelihood Award. Fondatore e direttore di Transcend, un network internazionale di studiosi e attivisti che promuove la risoluzione non violenta dei conflitti, fondatore e rettore della Transcend University, Galtung è autore di numerosi libri, molti dei quali raccolti nella collana Essays on Peace Research and Methodology. Tra i suoi libri tradotti in italiano ricordiamo I diritti umani in un’altra chiave (Esperia edizioni); Ci sono alternative. Quattro strade per la sicurezza (Gruppo Abele); Ambiente, sviluppo e attività militare (Gruppo Abele); La pace con mezzi pacifici(Esperia edizioni); Buddismo, una via per la pace (Gruppo Abele); Gandhi oggi (Gruppo Abele); Storia dell’idea di pace (edizioni Satyagraha); Scegliere la pace: un dialogo con Daisaku Ikeda (edizioni Esperia), Affrontare il conflitto. Trascendere e trasformare (Pisa University Press).