Cambio di stagione/Per dire basta al consumo di suolo bisogna ripartire dalla riqualificazione urbana: parchi nelle periferie, spazi pubblici e stop al cemento
È ora di dire basta al consumo di suolo e di iniziare quella strada del cambiamento che si chiama rigenerazione urbana, un nuovo modo di concepire e tutelare il territorio e gli spazi urbani in chiave sostenibile. Per questo Parlamento e governo devono dedicare una corsia preferenziale per discutere e approvare finalmente in questa legislatura una legge che fermi il consumo di suolo e premi la riqualificazione edilizia, energetica e antisismica del patrimonio edilizio esistente. Stiamo parlando di scelte che sarebbero perfettamente nell’interesse dei cittadini ed in grado di rilanciare il settore delle costruzioni e l’economia del Paese, spiegate pure in un documento, inviato alle Commissioni parlamentari e al governo, dove oltre ad analizzare il disegno di legge approvato dal governo il 15 giugno 2013 in materia di “Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato”, Legambiente propone integrazioni e modifiche normative per rafforzare l’efficacia dei controlli e spostare l’attenzione sulla rigenerazione urbana.
Idee e proposte che tengono insieme gli obiettivi di tutela e di riqualificazione del territori, incrociando alcune questioni come la grave crisi che sta vivendo il settore delle costruzioni. Nel documento Legambiente pone in particolare l’attenzione sulla necessità di un efficace monitoraggio del consumo di suolo, di limiti e controlli nei confronti dell’occupazione di suoli agricoli, di riuso del patrimonio non utilizzato e degradato, in modo da creare condizioni di vantaggio per una diffusa riqualificazione con obiettivi ambientali, energetici e antisismici e chiudere così il ciclo dell’espansione edilizia. Il suolo è un bene comune e una risorsa limitata e non rinnovabile, e una legge che voglia fermarne il consumo deve agire sulle cause che lo determinano, che sono legate alla formazione della rendita immobiliare. È obbligatorio favorire la rigenerazione urbana: occorre sviluppare un nuovo equilibrio tra fiscalità e incentivi che renda attraente, efficace e più semplice l’investimento nella città, impedendo che i capitali in fuga dalla città producono anonime urbanizzazioni e piastre commerciali ai danni di campagne, coste e spazi aperti. Legambiente propone in particolare di introdurre un contributo per il consumo di suolo e spostare le risorse sulla rigenerazione urbana, prendendo come punto di riferimento la normativa tedesca.
Occorre inoltre fermare la speculazione sulla proprietà e sull’edificabilità dei suoli, stabilendo che i piani urbanistici debbano avere un ruolo di solo indirizzo, spostando ai piani attuativi la definizione dei diritti edificatori. Ma per cambiare le nostre città, spostando l’attenzione degli imprenditori edili verso la rigenerazione urbana, occorre semplificare e incentivare gli interventi nelle periferie per trasformarle in quartieri con parchi e spazi pubblici degni di questo nome, abitazioni a prezzi accessibili.