La democrazia e la rappresentanza sono state svuotate di senso a favore di governi sempre di più autoreferenziali e oligarchici. Ora, dagli Stati Uniti fino a qui si sono fatti passi da gigante nel reprimere democrazia diretta, dissenso, informazione libera, spazi di partecipazione. Noi siamo convintamente e da sempre dall’altro lato: contro il dl sicurezza.
Nel 1973 si riunì per la prima volta un gruppo di politici, economisti, studiosi, formando un gruppo conosciuto come “commissione trilaterale”. Ne facevano parte personaggi come Kissinger; Rockfeller, Brzezinski, Gianni Agnelli e tutto il gotha della finanza e della politica mondiale. 50 anni fa, nel 1975, in una successiva riunione della commissione venne pubblicato un rapporto dal titolo: La crisi della democrazia. Rapporto sulla governabilità delle democrazie, rapporto curato da Michel Crozier, Joji Watanuki e Samuel Huntington, lo stesso che poi avrebbe preconizzato la fine della storia, dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989. Oggi, della commissione trilaterale fanno parte l’ex dalemiana Marta Dassù, l’AD di Intesa San Paolo Carlo Messina, l’ex Ceo di Allianz Enrico Tommaso Cucchiani e tanti altri.
La tesi del rapporto del 1975 era che nel mondo ci fosse un eccesso di democrazia nei sistemi politici: la soluzione sarebbe dovuta essere quella di ridurre lo spazio della rappresentanza a favore degli esecutivi, dei governi, della tecnocrazia. Kissinger si era portato avanti con il lavoro e nel 1973 aveva aiutato la realizzazione del golpe di Pinochet contro Allende. Da allora le tesi della “commissione trilaterale” hanno fatto breccia in tutti i governi e – a dosi omeopatiche – la democrazia e la rappresentanza sono state svuotate a favore di governi sempre di più autoreferenziali e oligarchici. La proposta del premierato della Meloni va proprio in questa direzione. L’orizzonte è quello della trasformazione delle democrazia in oligarchie, delle sedi della rappresentanza in luoghi di ratifica della decisione dei governi.
In più, nel tempo, in coerenza con queste tendenze, sono state varate norme che hanno limitato la democrazia diretta, il dissenso, l’informazione libera, la libertà delle opposizioni, gli spazi di partecipazione. Nei paesi dell’Est europeo (e negli Stati Uniti) gli esempi sono a non finire. Ma anche da noi non mancano. Il decreto sicurezza approvato in prima lettura alla Camera dei deputati ha questo significato: limitare gli spazi di libertà e di protesta, riportandoci ai tempi del Codice Rocco, o anche peggio. Le proteste contro queste norme sono sacrosante ed è per questo che partecipiamo a tutte le manifestazioni che si tengono in questi giorni per impedire che questo decreto venga approvato in via definitiva. Ai tempi della Costituente, Giuseppe Dossetti propose di inserire il diritto di resistenza nel testo della Carta. Un diritto che – pur se non inserito poi nel testo finale della Costituzione – dobbiamo rivendicare e praticare quotidianamente: per noi “obbedire” alla Costituzione significa disobbedire a chi vuole sovvertirla.