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La disoccupazione e il risultato del referendum

Analizzando il flusso di voto al referendum emerge una tendenza univoca: meno lavoro, più no. Il no è al 67 % in Calabria (regione con un tasso di occupazione al 38,9%) e al 71,5 in Sicilia (occupazione al 39,9 %). Scomponendo ancora di più il dato, per comuni, YouTrend ha calcolato che il no è […]

Due isolette del sì nella marea del no. La mappa di Roma, con le circoscrizioni del centro e dei Parioli baluardo altoborghese del Partito democratico (Pd), assediate dalla valanga dei quartieri dell’ex ceto medio, delle periferie sconfinate, delle zone declinanti come di quelle emergenti, insomma del resto del mondo, potrebbe essere una premessa fin troppo scontata al capitolo più dolente che il risultato del referendum apre per il Pd: la questione sociale, prima ancora che la ragione sociale, della sinistra. “Torna il problema delle periferie per il Pd”, dice l’Istituto Cattaneo guardando ai dati di Bologna.

Non è una cosa nuova, basti pensare al voto recente delle amministrative di aprile, ma anche agli episodi più antichi dell’abbandono del voto operaio per Pci ed eredi, quando esplose la Lega a nord e i metalmeccanici che avevano in tasca la tessera della Fiom votavano per il Carroccio. Ma è nuovo il contesto, al termine di una lunga crisi economica che ha lasciato cicatrici profonde. E nuovo il fatto che si esprima in modo così netto su una questione “alta”, non collegata a schieramenti diretti né a scelte concrete di politica sociale, come le riforme costituzionali: una delle poche su cui, in teoria, i voti di appartenenza si potevano scardinare.

Per questo è importante guardare da vicino i dati sulla distribuzione del voto e la loro correlazione con quelli economici e sociali: non sempre netta e prevedibile come nella mappa romana, e a volte sorprendente. Ma utile per provare a capire cos’è successo invece di inveire contro chi non ha capito niente, sport molto praticato da tutti e due gli schieramenti, preferibilmente a mezzo social.

I due dati principali della consultazione – alta affluenza e netta vittoria dei no – hanno unificato l’Italia, rassicurando in questo chi temeva una spaccatura tra nord e sud, con la parte più produttiva del paese “lanciata” verso le riforme del futuro e la zavorra del Mezzogiorno a fare da freno. Così non è stato, a livello geografico le “isole” del sì in Italia sono in Toscana, Emilia-Romagna e Trentino. Ma prima ancora di guardare ai voti espressi, qualcosa di importante viene fuori già dai dati dell’affluenza, che vanno declinando man mano che si scende nella penisola.

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