Conferenza stampa nella sala “Caduti di Nassiriya” a Palazzo Madama sulla Controfinanziaria di Sbilanciamoci alla presenza di rappresentanti di alcune delle 51 associazioni di Sbilanciamoci e di parlamentari del centrosinistra.
La contromanovra, la contro-legge di bilancio 2024 proposta da Sbilanciamoci, vale 46 miliardi ma – come ha specificato il portavoce della Campagna, Giulio Marcon, nella conferenza stampa che si è tenuta nel Salone “Caduti di Nassiriya” di Palazzo Madama mercoledì 29 novembre – non ha impatto sul debito pubblico, al contrario di quella del governo Meloni. Attraverso le 84 proposte non si fanno tagli lineari, ma si allocano risorse per i giovani, la salute, le fasce più deboli, il clima, la politica industriale per la transizione energetica, in una parola: il futuro.
Stefano Lenzi del Wwf fa presente che la parola “clima” è tra quelle assenti nella legge di bilancio del governo, sia nell’immediato che nell’individuare un percorso di qui al 2030 e al 2050, che sono le date-obiettivo dell’Unione Europea, mentre c’è un vago riferimento al ritorno dell’energia nucleare. Lenzi sottolinea come anche la sforbiciata ai Sussidi ambientalmente dannosi inserita all’ultimo nel testo di revisione del Pnrr sia dubbia e soprattutto di lieve entità: 2 miliardi in meno ma solo a partire dal 2026, mentre le 51 organizzazioni riunite sotto il logo di Sbilanciamoci propongono un primo taglio di 7 miliardi (di 22,4 miliardi di sussidi annui), tra cui metà dei Sad destinati ai combustibili fossili.
Sbilanciamoci chiede la cancellazione dei 780 milioni concessi al ministro delle Infrastrutture Salvini per riattivare il vago progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, di cui – sottolinea ancora Lenzi – non esiste un progetto esecutivo, non si conoscono i costi finali, non esiste né una valutazione d’impatto ambientale né una valutazione costi-benefici e un piano economico-finanziario è ancora tutto da vedere. Maria Maranò di Legambiente sottolinea da parte sua che nella manovra governativa non ci sono proprio segnali di attenzione alla crisi climatica, non c’è un piano per l’adattamento ai cambiamenti né un piano per la prevenzione del dissesto del territorio. “Si intravede piuttosto un atteggiamento ideologico da presentare anche alle prossime elezioni europee – dice Maranò – in base al quale non si nega il cambiamento climatico, senza peraltro dire niente sulle cause, ma si sostiene che siccome la decarbonizzazione sarà socialmente un bagno di sangue, allora si deve rallentare; così facendo non si tutelano affatto le fasce più deboli che non si possono permettere un’auto elettrica ma avrebbero bisogno di trasporti pubblici efficienti e aiuti contro la mobility poverty o ancora, invece di pochi spiccioli per un bonus energetico che scade, avrebbero bisogno facilitazioni per l’istallazione di impianti di energia rinnovabile”.
C’è poi il capitolo “sicurezza”. Alfio Nicotra di Un Ponte Per ricorda che la crescita della spesa militare, che va avanti dal 2001, non ha affatto portato una reale maggiore sicurezza, ma, anzi, alle attuali due guerre in corso, mentre il Piano Mattei per l’Africa resta una “cornice sventolata senza contorni”.
Sul piano della politica interna Sbilanciamoci propone la chiusura di una serie di misure che si sono dimostrate inefficaci e degradanti in materia di diritti umani, dai Centri di permanenza e rimpatrio ai Cas (da sostituire con una seria riforma del sistema di accoglienza dei migranti basato su piccole e diffuse strutture sul modello dei vecchi Sprar), alla chiusura del contestato progetto “Scuole sicure” al potenziamento delle misure alternative alla detenzione e alla depenalizzazione del consumo della cannabis. A questo proposito Cristina Pozzi della Cnca nella conferenza stampa ha specificato che si tratterebbe di una nuova regolamentazione e depenalizzazione dei reati di minore entità per ovviare all’endemico sovraffollamento penitenziario e ha fatto presente che i dipartimenti di cura delle dipendenze sono, nel più ampio problema del definanziamento della sanità pubblica, “il fanalino di coda”.
Sulla sanità Sbilanciamoci propone una serie di interventi, non solo un potenziamento a 6 miliardi della dotazione annuale per il Servizio sanitario nazionale, ma anche l’attuazione della legge sulla non autosufficienza e un reale potenziamento dell’assistenza domiciliare. Un capitolo riguarda il diritto all’abitare, del tutto dimenticato dal governo, come ha detto Silvia Paoluzzi dell’Unione Inquilini, a fronte di 250 sfratti al giorno. Con il finanziamento del fondo per l’attuazione del programma di edilizia residenziale pubblica, un fondo affitti e per la morosità incolpevole. Si prevede inoltre la realizzazione di studentati pubblici e un reddito di formazione che aiuti gli studenti a sopperire al carovita e caroaffitti. Ludovico Ottolina dell’Unione degli Studenti ha annunciato che a dicembre su questa rivendicazione, fatta propria da Sbilanciamoci, si svolgerà un’assemblea nazionale per redigere una piattaforma complessiva sul diritto allo studio. E Alessaia Bolzini dell’Udu e del movimento delle tende in piazza per denunciare il caroaffitti nelle città universitarie, ha riferito che dal report elaborato dal suo sindacato studentesco risulta che seguire i corsi universitari come studente fuoriesce costa ormai 17 mila euro l’anno di media.
Misha Maslennikov ha illustrato le proposte della campagna “Tax The Rich” utilizzate anche per la Controfinanziaria. Maslennikov è di Oxfam, organizzazione che non fa parte della campagna Sbilanciamoci, ma sul tema fiscale c’è stata una collaborazione, tanto che Sbilanciamoci ha ceduto il logo anche a Oxfam. L’impianto è sovrapponibile: aumentare il grado di progressività del nostro sistema fiscale, alzare l’aliquota sulle rendite, irrobustire la tassazione sulle transazioni finanziarie, aumentare le imposte di successione. “Ma soprattutto si tratta di ricostruire lo stato patrimoniale dei cittadini, intesi come famiglie e come singoli, per aumentare il prelievo sui grandi patrimoni, quelli dello 0,1% della popolazione, recuperando anche i patrimoni nascosti nei trust o in quote azionarie di società estere. I nostri sondaggi – ha concluso – dicono che i cittadini non sono spaventati da queste proposte e abbiamo lanciato una raccolta di firme, perciò saranno loro stessi a dover sostenere la tassazione dei grandi patrimoni”.
Due gli interventi politici: quello del senatore Tino Magni, eletto con Alleanza Verdi e Sinistra, e quello del responsabile economico del Partito Democratico Antonio Misiani. Magni ha riferito che sulla base delle proposte di Sbilanciamoci sono stati già presentati al Senato numerosi emendamenti alla legge di bilancio e ci si appresta a fare la stessa cosa anche alla Camera. Misiani ha lodato “il lavoro prezioso di Sbilanciamoci che ogni anno stila il suo rapporto sulla spesa pubblica, una vera e propria piattaforma programmatica a disposizione di tutta la società civile e in particolare delle forze progressiste” e anche lui ha annunciato la presentazione di emendamenti su elementi chiave della Controfinanziaria a partire dal rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale.