L’età della depressione/L’unione economica e monetaria in Europa implicherà una completa libertà di movimento per le persone, i beni, i servizi, i capitali, oltre che tassi di cambi irrevocabilmente fissi tra le monete nazionali e, infine, la moneta unica.
Questo, inoltre, implicherà una politica monetaria comune e richiederà un alto grado di compatibilità delle politiche economiche e di coerenza in diversi altri ambiti delle politiche, specie in campo fiscale (p.13). Si è deciso che otto paesi membri liberalizzeranno completamente i movimenti di capitale entro il 1 luglio 1990 e che gli altri paesi membri seguiranno dopo un periodo di transizione (…) Il processo d’integrazione così richiede un coordinamento delle politiche più intenso ed efficace anche nel quadro degli attuali accordi di cambio, non solo in campo monetario, ma anche nei campi della gestione economica nazionale che influenzano la domanda aggregata, i prezzi e i costi di produzione” (p.10-11). La flessibilità salariale e la mobilità del lavoro sono necessarie per eliminare le differenze di competitività tra diverse regioni e paesi della Comunità. In caso contrario ci potranno essere forti riduzioni nella produzione e occupazione nelle aree con minor produttività (p.19) (Commissione per lo studio dell’unione economica e monetaria presieduta da Jacques Delors, Rapporto sull’unione economica e monetaria nella Comunità europea, Commissione Europea, 17 aprile 1989)