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(Im)Patto sociale, al via la seconda fase

Porre fine alle politiche di austerità e escludere la spesa sociale dal Patto di Stabilità. Dalla Campagna (Im)Patto sociale una proposta di risoluzione presentata in Parlamento

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Si è tenuta nei giorni scorsi la conferenza stampa di lancio della proposta di risoluzione che, con la consegna ai parlamentari in vista della discussione del Documento di Economia e Finanza, costituirà il secondo passo di im(PATTO SOCIALE).

Con la campagna im(PATTO SOCIALE) – promossa da Libera e Gruppo Abele, Sbilanciamoci!, Arci, Rete della Conoscenza e il Forum del Terzo Settore– si chiede agli amministratori locali, al Parlamento e al Governo di porre fine alle politiche di austerità e, in ogni caso, di escludere la spesa sociale dal Patto di Stabilità.
Se in nome della lotta al terrorismo Juncker ha dato la possibilità ai governi di derogare al patto di stabilità non inserendo nel conteggio del deficit le spese per la sicurezza, i promotori della campagna ritengono più urgente derogare al patto di stabilità per le spese relative ai servizi sociali, fondamentali per il contrasto alle diseguaglianze ed all’esclusione sociale.

La proposta di risoluzione presentata oggi evidenzia come i dati (Istat, Oxfam, Eurostat e Svimez) sull’aumento delle diseguaglianze e sull’aumento delle grandi ricchezze private dimostrino come il problema della povertà in Europa e in Italia non consista nella scarsità di risorse, ma nel modo in cui la ricchezza è distribuita, nei tagli al welfare e nella perdita della centralità delle politiche sociali e fiscali come strumento di contrasto alle diseguaglianze.

Per questo i promotori della Campagna propongono ai parlamentari di impegnare il governo ad escludere dal Patto di stabilità la spesa sociale; ad aumentare le risorse per i fondi sociali nazionali; dismettere la politica dei tagli lineari agli enti locali e alla spesa sanitaria; aumentare la spesa per l’istruzione e per la cultura, portandole almeno al livello della media europea; rimodulare il sistema del diritto allo studio, prevedendo la sua estensione universale, introdurre una misura strutturale di sostegno al reddito di entità almeno pari al 60% del reddito mediano pro-capite. Chiedono inoltre al Governo di impegnarsi a livello europeo affinché siano abbandonate le politiche di austerità a vantaggio degli interventi a sostegno dei consumi e della domanda interna, della crescita, dell’occupazione e dell’inclusione sociale.

Scarica qui il testo della risoluzione

Per info: Sara Nunzi, info@sbilanciamoci.org – 06 8841880 – 3490806967