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“Il futuro dell’auto è già qui, ma l’Italia è indietro”

L’affermazione dell’auto elettrica, la Cina, il ritardo dell’Italia e l’inazione del governo, i timori (purtroppo fondati) per la perdita di occupazione, lo scarso appeal del nostro Paese per i grandi produttori di batterie. Intervista a Vincenzo Comito di Sbilanciamoci. Da Collettiva.it

L’affermazione dell’auto elettrica, il protagonismo della Cina, il ritardo dell’Italia e l’inazione del governo. E ancora: la “nuova frontiera” delle vetture a guida autonoma, i timori (purtroppo fondati) per la perdita di occupazione, lo scarso appeal del nostro Paese per i grandi produttori di batterie. Il professor Vincenzo Comito, economista e componente della redazione di Sbilanciamoci, ci guida nell’esplorazione dell’automotive di oggi e di domani.

Il passaggio all’auto con propulsione elettrica sembra ormai un processo irreversibile: è davvero così?
Il 2023 ha segnato nel mondo l’affermazione definitiva dell’auto elettrica, nonostante l’opposizione qua e là di alcuni gruppi di interesse e di qualche governo, a partire da quello italiano. Ancora in queste settimane singoli membri del governo, e i loro amici nei media, continuano ad abbaiare alla luna contro tale realtà. Il segno più evidente dell’affermazione dell’elettrico è stata, da una parte, la concentrazione progressiva dei nuovi investimenti di tutte le principali case mondiali in questo settore (le cifre sono ormai astronomiche), dall’altra, i numeri relativi alle vendite nel mondo, che continuano a crescere.

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