Un momento di confronto e coordinamento delle campagne e delle iniziative che si stanno promuovendo dal basso per rivendicare i diritti sociali, lo sviluppo sostenibile, la pace, la difesa della democrazia contro la criminalizzazione del dissenso e della protesta sociale: questo sarà l’assemblea nazionale de “La Via Maestra” il 7 e 8 febbraio a Roma.
Il prossimo 7 e 8 febbraio ci sarà l’assemblea nazionale della Via Maestra (160 associazioni e la CGIL) cui parteciperanno i rappresentanti di associazioni, CGIL e campagne come il Forum Sociale dell’Abitare, l’Alleanza Clima Lavoro, Fermiamo il riarmo, la mobilitazione contro il disegno di legge sicurezza, la campagna No Ponte, il Tavolo Asilo, le Brigate del lavoro contro il caporalato, le camere del lavoro dei rider e tante altre, tra cui Sbilanciamoci!
Campagne e iniziative nate nella Via Maestra o promosse al di fuori da organizzazioni che ne fanno parte, anche con altri soggetti.
Sarà un momento di incontro, confronto e coordinamento delle campagne e delle iniziative che stanno promuovendo dal basso per rivendicare i diritti sociali, lo sviluppo sostenibile, la pace, la difesa della democrazia contro la criminalizzazione del dissenso e della protesta sociale. Un’occasione per stilare un’agenda comune e forme di comunicazione per lo scambio di esperienze e di pratiche sociali. Purtroppo non ci sarà il referendum sull’autonomia differenziata, ma ci saranno comunque i quattro referendum sul lavoro e quello sulla cittadinanza per i migranti residenti da cinque anni nel nostro paese. L’appuntamento referendario ha bisogno dell’impegno e della mobilitazione di tutti e di tutte.
La Via Maestra non racchiude tutte queste esperienze, ma è comunque una parte importante di questa mobilitazione. Il governo italiano si è incamminato sulla via dell’autoritarismo, del negazionismo climatico e del sostegno alla guerra, non affrontando i problemi sociali che abbiamo davanti: i bassi salari, la crisi del sistema industriale, le diseguaglianze sociali, di genere e la povertà, il dramma del Mezzogiorno.
I dati sul lavoro sbandierati dal governo sono falsi: in gran parte si tratta di lavoro precario o di poche ore di lavoro settimanali (anche 4 ore di lavoro alla settimana vengono conteggiate nella percentuale del tasso di occupazione), più che di lavoro stabile e a tempo indeterminato. L’Istat e il Censis ci dicono che la povertà è aumentata. Sono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro nel settore dell’automotive, con la scusa del Green Deal (che invece va accelerato il più possibile).
Decine di migliaia di giovani emigrano ogni anno. Sono 550 mila – secondo il Cnel – i ragazzi e le ragazze andati all’estero tra il 2011 e il 2023, più di 40mila l’anno. I salari delle donne continuano ad essere il 30% inferiori rispetto a quelli degli uomini.
Il segretario della CGIL Maurizio Landini ha detto che contro questa situazione serve una “rivolta sociale”: sicuramente serve una ribellione contro l’ordine delle cose esistente, contro chi vuole affossare la democrazia, fare favori ai privilegiati, intraprendere la strada della guerra. La Via Maestra è quella della Costituzione: è il nostro “programma politico”, quello di una Repubblica “fondata sul lavoro”, che “ripudia la guerra” e che “rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale” che impediscono l’eguaglianza tra i cittadini. Di fronte ad un governo che contraddice questi principi costituzionali, il 7 e 8 febbraio, ci confronteremo per costruire le strade di una mobilitazione unitaria e capace di incidere. Cambiare si può.