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I giovani e la ricerca, istruzioni per l’uso

Un nuovo libro di Daniele Archibugi svela con acume e ironia trucchi del mestiere e regole del gioco per districarsi nel complicato mondo accademico e della ricerca: un’originale guida pratica, piena di consigli utili, dedicata a tutti i giovani ‘apprendisti stregoni’ che aspirano a diventare studiosi.

“L’apprendista stregone”, il nuovo libro di Daniele Archibugi appena pubblicato da Luiss University Press, è a suo modo un libro romantico. L’autore – economista, dirigente del CNR e professore di Innovation, Governance and Public Policy al Birkbeck College di Londra – chiarisce sin dal titolo come l’obiettivo del suo saggio consista nello svelare agli aspiranti giovani colleghi (gli apprendisti stregoni, appunto) tutti i trucchi del mestiere e quei rituali che lui stesso ha appreso in anni di esperienza nel mondo accademico e della ricerca.

Il lettore si trova così immerso in un pratico vademecum che contiene tutte le regole del gioco (implicite ed esplicite) e le sfide che un giovane studioso si troverà inevitabilmente ad affrontare. Questo libro è dunque dedicato a loro. A quei giovani aspiranti ricercatori – spesso precari – di cui leggiamo in anonime statistiche sul mondo della ricerca in Italia o che vediamo ritratti in alcune commedie di critica sociale come anti-eroi di una saga accademica e intellettuale dalle tinte tragicomiche.

Verrebbe da pensare al famoso adagio sulla struttura alare del calabrone: il giovane aspirante studioso ha scarse probabilità di perseguire con successo una carriera da ricercatore in Italia, ma lui – o lei – non lo sa e inizia lo stesso con entusiasmo e incoscienza questo percorso. A questo punto c’è da chiedersi se le oggettive difficoltà incontrate siano frutto di una insufficiente qualità della formazione, e poi della ricerca, in Italia, oppure se il funzionamento del mondo della ricerca sia strutturalmente caratterizzato da meccanismi di assorbimento escludenti e disfunzionali.

I dati sembrano effettivamente evidenziare uno strano paradosso. Se guardiamo alcuni dei principali indicatori sintetici sull’attività di ricerca, l’Italia si posiziona al di sotto della media dei Paesi europei e delle altre economie avanzate in termini sia di investimenti che di numero di occupati in attività di “ricerca e sviluppo” (R&S)[1]. Tuttavia, un numero consistente di giovani ricercatori viene reclutato da istituzioni internazionali o università – anche di eccellenza – all’estero.

Dunque, il nostro sistema di istruzione, pur depotenziato da anni di riforme scellerate e da continui tagli alla spesa pubblica imposti dalla c.d. “austerità espansiva”, è ancora in grado di formare ricercatori validi. Non solo. Questi giovani studiosi vengono poi assorbiti da sistemi di ricerca e da istituzioni estere non sempre per libera scelta individuale o professionale, ma spesso a fronte di una difficoltà oggettiva e materiale a strutturarsi all’interno delle università o dei centri di ricerca nazionali.

Le cause sono diverse e il libro ne evidenzia alcune, tra cui le disuguaglianze nelle condizioni economiche, sociali e culturali di partenza, i meccanismi di selezione dei canditati nei concorsi pubblici e, ancora, le insufficienti risorse destinate alla ricerca e i criteri di distribuzione di tali risorse tra i vari Atenei e Istituzioni preposte.

Tuttavia, piaccia o meno, ad oggi questo è il sistema di riferimento. Il mondo accademico e della ricerca è anche questo, popolato dagli strani personaggi che Archibugi con ironia e onestà ci descrive senza sconti. Dagli appassionati ricercatori e docenti che sono in grado, nonostante tutto, di produrre conoscenza di qualità e financo di ricoprire l’oneroso ruolo di mentore o di figura guida per i giovani colleghi e, al contempo, da vampireschi baroni pronti a tutto pur di sfruttare le giovani energie – in cambio di poco o nulla – e da sadici valutatori anonimi delle riviste scientifiche (i famigerati referee) cui dare in pasto il proprio sudato manoscritto.

Un giovane aspirante studioso deve allora sapere a cosa andrà incontro. Deve conoscere tutte le regole del gioco in modo da poter decidere – carte alla mano – se e come intraprendere questo percorso. E allora il mio consiglio è di affrettarsi a reperire questa guida pratica alla sopravvivenza – di cui forse molti di noi avrebbero voluto avere una copia quando hanno iniziato – in modo da avere nello zaino una bussola per orientarsi in questo strano percorso a ostacoli che chiamiamo “ricerca”.

Daniele Archibugi, L’apprendista stregone. Consigli, trucchi e sortilegi per aspiranti studiosi, LUISS University Press, 2022, pp. 216, €15,00

Note

[1] Per un approfondimento sul punto si veda il recente Rapporto del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) “Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia. Analisi e dati di politica della scienza e della tecnologia”, disponibile qui: http://www.dsu.cnr.it/relazione-ricerca-innovazione-2021/?fbclid=IwAR06O53NWnCV78JdqW-GRFo1c11OY-J2u00GA_Qr-SX07W1BZzKS0xSHy7Y