“La posta in gioco è alta e non riguarda solo la Palestina”, dice l’appello con cui le reti di Stop ReArm Europe invitano a convergere nella manifestazione nazionale del 21 giugno a Roma, giorno del vertice Nato a L’Aja sul riarmo europeo. L’Europa muore con Gaza e l’impunità di Israele.
“Convergiamo il 21 giugno a Roma da tutta Italia in un’unica manifestazione nazionale per fermare Israele, che ha lanciato, rivendicandola pubblicamente, l’offensiva finale su Gaza e il piano di eliminazione e deportazione del popolo palestinese sotto gli occhi di tutto il mondo. Un piano criminale compiuto con la complicità e il sostegno di gran parte della comunità internazionale, inclusi Unione Europea e governo italiano”.
Recita così l’appello lanciato a tutte le reti e organizzazioni dai promotori italiani della Campagna europea Stop Rearm Europe, Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia, in vista della manifestazione nazionale contro guerra, riarmo, genocidio e autoritarismo prevista il prossimo 21 giugno a Roma alle ore 14 a partire da Porta San Paolo, in occasione del vertice Nato a L’Aja, che deciderà sul piano di riarmo europeo.
“La posta in gioco – affermano gli organizzatori – è alta e non riguarda solo la Palestina: l’impunità di Israele dinanzi alla violazione delle regole del diritto internazionale e umanitario mette in discussione la credibilità di chiunque assista senza reagire o, peggio, essendone complice. Con Gaza muore l’Europa. Uniamo la nostra voce per fermare Israele, per costruire un’Europa e un’Italia che investano nella Pace, in giustizia sociale e ambientale, non nel riarmo. Sosteniamo e invitiamo a partecipare, con bandiere della Palestina e della Pace, a tutte le campagne e iniziative in corso per fermare Israele e alimentare una mobilitazione sociale permanente contro guerra, genocidio, riarmo e autoritarismo”.
Nell’appello si invita anche a sostenere: le iniziative del secondo convoglio per Rafah, appena tornato, che chiama governo e Parlamento italiani alle loro responsabilità; la campagna “L’ultimo giorno di Gaza”, che invita a esporre lenzuoli-sudari in strada e alle finestre; tutte le manifestazioni locali che si susseguono in centinaia di città; il corteo nazionale a Roma contro il dl Sicurezza (31 maggio); la marcia da Marzabotto a Montesole (15 giugno); la campagna per il voto ai referendum su lavoro e cittadinanza (8-9 giugno).
E ancora: le iniziative per chiedere sanzioni, la sospensione dell’accordo Ue-Israele, la revoca del Memorandum d’Intesa militare fra Italia e Israele (qui la diffida di dieci giuristi contro il Memorandum Italia-Israele); le varie forme di sciopero per Gaza in diverse città e Regioni; le campagne per appendere ovunque le bandiere della Palestina, dal Giro d’Italia alle sedi dei Comuni.