Un ebook collettivo curato da Roberto Cuda sulle infrastrutture strategiche in Italia, gli impatti sull’ambiente, la democrazia partecipata, i buchi di bilancio sui conti pubblici, lo stato delle opere dopo il nuovo codice appalti
Salva Italia, Cresci Italia, Sviluppo, Sviluppo 2, Del Fare, Destinazione Italia e, soprattutto, Sblocca Italia: sono i decreti che dal 2011 hanno cercato di rilanciare le grandi opere nel nostro paese e che danno il senso di come il nostro destino economico sia tuttora affidato ai mega-progetti infrastrutturali.
Come negli anni Sessanta, in una specie di eterna rievocazione nostalgica. In realtà, sulle grandi opere si concentrano gli interessi di un blocco politico-industriale-finanziario ben radicato, che lavora al riparo da un vero controllo democratico e che alimenta se stesso sfornando cemento e asfalto. Ma se l’impatto ambientale è sotto gli occhi di tutti, almeno nei suoi effetti macroscopici, ben più difficile è stimarne il costo reale per la collettività. Parliamo dell’intero ciclo di vita di un’infrastruttura, dalla costruzione alla gestione, e dei tanti effetti collaterali a carico di aria, acqua e suolo, mai contabilizzati nel costo dell’opera in quanto scaricati sui cittadini e sulle generazioni future. E parliamo anche dei costi economici veri e propri e dei benefici sulla viabilità, sempre meno evidenti, sui quali vige una specie di muro di gomma.
Con il nuovo codice appalti del 2016 in cui è stato deciso il superamento della Legge obiettivo, qualcosa si è mosso nella giusta direzione ma sono ancora tante, troppe, le grandi opere inutili che proseguono la loro corsa. Con la nuova programmazione decisa dal Ministro Delrio una prima selezione è stata impostata ma ad oggi manca il DPP, il Documento che una volta adottato potrà davvero reimpostare la strategia per il futuro. Per ora il superamento delle legge obiettivo è ancora in un limbo e c’è di che preoccuparsi. Anche il Ponte sullo Stretto è tornato nella discussione elettorale per le elezioni siciliane ed anche il candidato del PD e dei suoi alleati lo reclama a gran voce. E gli ha fatto eco l’Amministratore Delegato di FS, Renato Mazzoncini, che in un’intervista ha detto di sognare il Ponte sullo Stretto per far funzionare meglio i treni per il sud.
Il libro è stato curato da Roberto Cuda – giornalista che sa fare i conti che non tornano sulle grandi opere a partire dal famoso caso delle BrebeMi autostradale – ed è il frutto di un convegno organizzato a Roma da Fondazione Lelio e Lisli Basso e da Fondazione Responsabilità Etica, da diverse angolazioni. Per riaprire il dibattito su un tema drammaticamente sottostimato e su una strategia predatoria che ci sta togliendo, letteralmente, la terra da sotto i piedi.
Il testo – ‘Grandi opere contro democrazia’, a cura di Roberto Cuda, Edizioni ambiente – contiene i contributi di Alessandra Algostino, Paolo Berdini, Roberto Cuda, Anna Donati, Nicoletta Dentico, Franco Ippolito, Stefano Lenzi, Tomaso Montanari, Cesare Vacchelli, Alberto Vannucci ed Edoardo Zanchini.
Il volume è scaricabile gratuitamente qui