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Goffredo Fofi ci ha lasciati

Goffredo Fofi ci ha lasciati, Sbilanciamoci e Lunaria erano parte della sua casa, diciamo il suo studio, e noi siamo ancora tutti in marcia dentro le sue orme. Un intellettuale critico, ironico e sempre dissonante da ogni conformismo.

In questo luglio tremendo, costellato di lutti, non ce lo aspettavamo di perdere anche Goffredo. Goffredo Fofi ha lasciato la sua sedia vuota, il suo computer, i suoi libri e quaderni sulla scrivania accanto alla finestra della stanza di Sbilanciamoci, spalla a spalla a Giulio Marcon, nella sede di Lunaria, in via Buonarroti. La mattina veniva sempre lì, a volte anche nei giorni di festa. Scriveva per il sito, a volte, naturalmente ciò che voleva lui, anche editoriali dopo che aveva espresso la disponibilità a essere utilizzato di più, un impegno che nessuno si sarebbe azzardato a proporgli, perché in effetti aveva sempre da fare, da scrivere, qualcosa di sicuramente più importante, libri, recensioni, iniziative editoriali nuove da lanciare, prefazioni, relazioni per convegni e tavole rotonde, festival di cinema. Partecipava anche alle assemblee plenarie di Lunaria e il suo compito era quello di stimolare il pensiero critico, dare una visione angolare o comunque non omologata, dissonante. Ci ha seguito passo passo dalla pace alle staffette antifasciste, o forse sarebbe meglio dire che noi abbiamo seguito le sue orme, che erano grandi e ci contenevano tutti. Goffredo era di Gubbio, giovane ceraiolo di San Giorgio “perché mio padre era nel commercio, mi parve logico farne parte” e aveva così apprezzato di esser stato definito “l’eugubino vivente più illustre” da stimolargli nel letto di ospedale, dopo la caduta e il tradimento del fido bastone, ricordi di gioventù e pensare di scriverne un libro, un libro di quelli sulla sua generazione, sulle loro partenze e sui loro traguardi, magari un po’ posticci, un libro che resterà nella sua penna, con grande nostro dolore.