Industria 4.0, come ogni “salto tecnologico”, costituisce una sfida alla sostenibilità sociale del sistema economico. Un’analisi dell’INAPP cerca di fare luce e indagare i diversi scenari
Generalmente con il termine Industria 4.0 si intende la trasformazione tecnologica che sta investendo diversi settori dell’economia, dalla produzione al consumo, ai trasporti e telecomunicazioni. Da un lato dunque Industria 4.0 si caratterizza per le grandi opportunità associate alla creazione di nuova ricchezza e maggior benessere, attraverso i guadagni di produttività oltrechè al soddisfacimento di nuovi bisogni e alla maggiore efficienza dei processi produttivi.
Dall’altro lato ogni “salto tecnologico” costituisce una sfida alla sostenibilità sociale del sistema economico. In questo caso gli scenari si differenziano e spaziano dal potere di mercato di cui godono gli agenti economici che per primi beneficiano delle nuove tecnologie alla distruzione di posti di lavoro associata all’introduzione dei nuovi processi, così come ai cambiamenti qualitativi che le prestazioni lavorative possono subire.
Il paper dell’INAP, scaricabile in pdf qui di seguito, “Digitalizzazione, automazione e futuro del lavoro” di Dario Guarascio e Stefano Sacchi, cerca di fare luce proprio su questa ambivalenza. Partendo dal presupposto teorico che il cambiamento tecnologico non è neutrale e che perciò la politica economica può giocare un ruolo chiave nell’assicurare l’equa distribuzione di costi e benefici nonché la sostenibilità sociale dello stesso cambiamento tecnologico.