Top menu

De Palma: «Serve un patto per la dignità del lavoro»

Il segretario Fiom Michele De Palma in piazza del Popolo all’assemblea “I sentieri della dignità” ricorda che in Italia una persona su quattro è a rischio povertà. “Tra questi ci sono anche quelli che lavorano, ma non hanno rinnovato i contratti”. Il lavoro precario negli ultimi anni è cresciuto del 34%. E l’amministratore delegato di […]

“Lo dico ai compagni e alle compagne della Marelli, dell’Ansaldo, della Whirlpool e di Termini Imerese, a tutti le compagne e i compagni che negli anni hanno capito una cosa: il sindacato può perdere o vincere insieme. Non c’è un sindacato che vince se perdono i lavoratori”. Così il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, nel suo intervento dal palco di Roma nell’assemblea dal titolo “I sentieri della dignità”.

“In questi anni il sindacato ha subito sconfitte – ha spiegato, un terzo del mondo più ricco ha preso due terzi della ricchezza. In Italia una persona su quattro è a rischio povertà. Tra questi ci sono anche quelli che lavorano, ma non hanno rinnovato i contratti. Due terzi della ricchezza è in mano al 20% più ricco nel nostro Paese. Il lavoro precario negli ultimi anni è cresciuto del 34%. In giro vedo la paura – ha aggiunto -, la paura delle persone di perdere tutto: il lavoro e il salario, la possibilità di offrire un lavoro alla compagna o ai figli. E questo non solo al Sud dell’Italia, ma anche in Germania, in Francia, in Europa, c’è un attacco generalizzato all’idea di poter vivere con dignità la vita delle persone”.

L’altra grande paura è quella della crisi climatica. “Nel corso di questi mesi abbiamo avuto alluvioni – ha ricordato De Palma -, si abbatte l’acqua e la terra, c’è una generazione di giovani che ha paura di vivere nel mondo che abbiamo costruito per loro. Quando si è diffusa questa paura nella Storia, ha generato mostri che rischiano di essere non fuori da noi, ma dentro la società nella quale viviamo. L’unico modo per vincere è dare la mano ai ragazzi e ragazze, lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadine. Dobbiamo dare loro la mano per accendere la luce. Lo vediamo ogni giorno dentro le fabbriche, come la Marelli: dopo la cessazione, se succede qualcosa a una comunità di lavoratori, la prima cosa da fare è costruire un elemento di vicinanza”.

“Diciamo la verità su quanto successo in questi anni – secondo il leader Fiom -: tante volte siamo dovuti correre davanti ai cancelli che stavano chiudendo, abbiamo trovato lo sconforto, le persone sole sedute davanti allo stabilimento. Dentro la fabbrica si cominciava a sentire il rumore dei tamburi, quella paura si trasformava in dignità. Quando ce la tolgono ce la dobbiamo riprendere”.

De Palma ha citato la situazione della Marelli, che proprio oggi è in sciopero nazionale. “Il fatto che unitariamente si è scioperato in tutti gli stabilimenti Marelli è il messaggio che abbiamo voluto lanciare a tutte le fabbriche: la dignità dei metalmeccanici è difficile da costruire, perché in assemblea emergono tutti i problemi, noi dobbiamo dire a quelle lavoratrici e lavoratori che l’unico modo per affrontare insieme le sfide è costruire un patto. Noi non lasceremo mai sola una donna che viene discriminata o molestata sul luogo di lavoro, chi viene licenziato senza giusto motivo, chi rischia la vita per mantenere il posto”. 

Riferendosi alle aziende e alle proprietà, ha detto il segretario, “la verità è che non hanno vinto perché hanno scippato lavoro e salario, ma perché hanno costruito una cultura della barbarie, antagonista alla nostra: tutti parlano dell’intelligenza artificiale che risolve i problemi, però ancora si muore sui binari perché non ci sono le telefonate giuste. Com’è possibile che non si ferma la macchina quando ci finisci dentro, che si continua a cadere dalle impalcature? La risposta è la mancanza degli investimenti, degli ispettori, e ora è partita la caccia al colpevole senza andare a cercare le cause. Lo diciamo chiaramente: le responsabilità non le dovete cercare tra i lavoratori, sono del governo e della proprietà“.

Ancora sulla condotta delle aziende, a titolo di esempio, “l’amministratore delegato di Stellantis percepisce 874 volte il salario medio dei lavoratori del gruppo. Il governo è forte con i deboli e debole con i forti: quando si deve confrontare con le multinazionali non mette tutto sullo stesso piano, c’è un tavolo con i sindacati e poi un altro tavolo diverso in cui decidono i fatti loro per aumentare i profitti. Il governo non ha scelto il lavoro come elemento centrale, ma abbiamo un problema: non lo hanno scelto neanche le opposizioni”. 

In queste settimane sono tornati gli scioperi nelle aziende. “Dobbiamo essere uniti nelle fabbriche e nella società: i sentieri della dignità ci portano sulla via maestra, il 7 ottobre i metalmeccanici si devono vedere in quella piazza -, ha concluso -. Mettiamo in campo le iniziative unitarie, portando avanti lo sciopero del 7 e 10 luglio, e poi costruendo un percorso per rinnovare il nostro contratto nazionale. Dobbiamo fare dell’aumento del salario il punto centrale della nostra iniziativa. Scegliamo di essere compagne e compagni per affrontare insieme le sfide della vita e del lavoro”.

Articolo di Collettiva.it