Le 428 candidature del nuovo partito del presidente cambiano la geografia politica francese. Si tratta di persone tutte assolutamente libere da indagini giudiziarie, metà uomini e metà donne, per il 95% già impegnate in un’attività professionale: sono gli elementi fondamentali del rinnovamento che Macron ha proposto
Il movimento di Macron, La République en marche, ha esaminato più di 15000 auto-candidature, in grandissima parte socialiste, e ne ha convalidate 428 sulle 577 circoscrizioni da coprire per le elezioni
legislative. Si tratta di persone tutte assolutamente libere da indagini giudiziarie, metà uomini e metà donne, per il 95% già impegnate in un’attività professionale: sono gli elementi fondamentali del rinnovamento che Macron ha proposto. Per nessuno la politica diventa una professione e tanto meno un modo di guadagnare la propria vita.
È stato un lavoro di validazione compiuto velocemente da un gruppo di suoi fedeli. Non è trapelata alcuna notizia sulla composizione del governo e quindi della maggioranza che si devono trovare nel parlamento attuale, dove En Marche non esiste ancora. I rapporti col partito socialista eccezione fatta per singoli iscritti (ci sono anche una ventina di deputati che si sono proposti di cambiare sigla) non sono buonissimi: più di un militante di base accusa Macron di aver tradito Hollande e accusa altresì Manuel Valls già primo ministro del governo attualmente in carica di aver tradito anche lui. La proposta che La République en marche gli fa non è di presentarlo nelle proprie liste, ma di lasciargli libera la circoscrizione di Evry, senza
contrapporgli un candidato proprio: Valls se ne è dichiarato soddisfatto.
Chi non lo è affatto è François Bayrou. Segretario del Modem e primo fra i personaggi importanti ad dichiararsi dalla parte di Macron: il loro incontro avvenuto circa un mese fa è stato fortemente sottolineato dalla stampa. Bayrou è persona a quanto pare molto esperta e del tutto integra, si attendeva manifestamente di essere interpellato nell’esame della lista dei candidati presentati alle attuali legislative, invece Macron non lo ha consultato. Bayrou non ha tenuto nascosta la sua irritazione e ha indetto una riunione della direzione del suo partito con questo problema all’ordine del giorno. Macron ha fatto sapere che intende collaborare con lui, ma è evidente che non si tratta di uno screzio da poco.
Nella lista di La République en marche, mancano oltressì degli esponenti del movimento di destra, i Repubblicani. Anche essi si sono riuniti ma, a quanto sembra, nessuno, neanche a titolo individuale si
è proposto come nuovo adepto, differentemente dall’emorragia socialista.
Resta anche aperta la composizione del governo che deve portare fino al risultato elettorale: formalmente quello di Hollande decade domenica mattina. Nessuna indiscrezione è finora filtrata, neanche
sull’eventuale primo ministro. Avremo una lista proposta da Macron lunedì o martedì; il problema è che questo governo dovrà avere una maggioranza nel parlamento attuale. E non è detto che sia semplice
averla.
Il solo nome che finora sembra essere filtrato, ma forse è una ipotesi che parte dall’Italia, è di una deputata europea che ha lavorato e anche scritto un libro con Romano Prodi, di nome Sylvie Goulard. In ogni modo, entro la prima parte della prossima settimana, il governo deve essere varato.
In conclusione, il modo di procedere di Macron vuole presentarsi come radicalmente innovatore anche a corso di registrare qualche isolamento. È il problema dei prossimi mesi, fino alla scadenza fisiologica della legislatura.
Leggi qui le puntate precedenti
Cronache francesi/Un terremoto politico
Cronache francesi/Il cittadino Macron arriva all’Eliseo
Cronache francesi/Una Francia sempre più divisa