Controllata dal ministero delle Finanze, Leonardo ha 60 mila dipendenti, il 60% in Italia. Come The Weapon Watch, abbiamo dimostrato che i cannoni navali super rapidi Oto Melara costruiti dalla Leonardo a La Spezia e montati sulle corvette israeliane siano stati usati nei bombardamenti dal mare su Gaza. Da Presenza.it
Gianni Alioti, ricercatore di The Weapon Watch – Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, ha scritto per Pressenza un approfondimento, con notizie inedite, sulle responsabilità di Leonardo nel genocidio a Gaza.
Come ha scritto in un bellissimo articolo il regista e drammaturgo Carlo Orlando, nativo di Novi e genovese di adozione, «Viviamo il tempo del genocidio. Da oltre 700 giorni. I palestinesi di Gaza e della Cisgiordania, i milioni di profughi che vivono in diaspora da generazioni, vivono la realtà della pulizia etnica da oltre mezzo secolo e ora quella del genocidio. […] l’orrore di questo genocidio ci peserà addosso per anni (per sempre) e presto tardi ne pagheremo le conseguenze. […]
Spesso si dice che “l’Occidente è indifferente” mettendo sullo stesso piano, implicitamente, governi e persone. É una narrazione tossica, che non rende giustizia alla realtà e contribuisce a generare paralisi e sconforto. Contribuisce, secondo me, all’accettazione di questo massacro quasi fosse un destino inevitabile, a cui l’Occidente non può sottrarsi. […] È una narrazione tossica che vede solo l’ombra e non la luce, umilia e offende. Il nostro governo non è indifferente. È complice. I giornalisti che fanno propaganda attiva al genocidio, non sono indifferenti. Sono complici».
E complici di ciò che Francesca Albanese, nel suo rapporto all’Onu sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, definisce “economia del genocidio” ci sono anche diverse multinazionali, specie operanti nell’industria bellica, come la statunitense Lockheed Martin (la numero uno al mondo per fatturato militare) e l’italiana Leonardo.
Controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che detiene il 30,2% delle azioni la Leonardo ha una significativa presenza internazionale. Degli oltre 60 mila dipendenti alla fine del 2024, il 15% operano nel Regno Unito, il 13% negli Usa, il 5% in Polonia, il 60% in Italia e il 7% nel resto del mondo tra cui 250 persone in Israele.
Fino al 2023, nella pubblicazione “Leonardo at a Glance” contenuta nel sito web del Gruppo, Israele figurava come il quinto “mercato domestico” dopo quello italiano, inglese, americano e polacco. Dal 2024, per una questione di opportunità (o di opacità), è stato ricompreso nel “resto del mondo”. Ma la realtà non si cancella.




