Ma questi aerei sono così necessari? Secondo Grazia Naletto, presidente di Lunaria e una delle portavoce della campagna “Taglia le ali alle armi“, la risposta è semplice: “No”. Nella controfinanziaria redatta ogni anno da Sbilanciamoci sono state individuate molte alternative all’acquisto dei bombardieri
E’ difficile, per l’Italia, dire no agli Usa. Succede dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. E anche sull’acquisto degli F35, i caccia super tecnologici che dovrebbe produrre l’americana Lockheed Martin, la storia sembra ripetersi.
Dall’inizio della scorsa estate il programma di acquisto di 90 super caccia è sospeso. In commissione Difesa alla Camera il Pd ha chiesto “un’indagine parlamentare conoscitiva sui sistemi d’arma” (tutti i sistemi d’arma, non solo gli aerei). Manca ancora un tassello (l’audizione del ministro Mario Mauro) ma i membri democratici della commissione sembrano orientati a chiedere un ridimensionamento dell’operazione F35. In favore di un rilancio dell’opzione Eurofighter. Tagliando con l’accetta: il programma del caccia europeo, prodotto da un consorzio formato dall’inglese Bae System, dall’Italiana Aermacchi e dal gruppo tedesco-franco-spagnola AirBus, è stato osteggiato dagli ultimi due ministri della difesa, La Russa e Di Paola. Secondo i democratici, però, gettarsi nelle mani degli Usa chiudendo la porta ai vicini europei sarebbe un errore. Anche e soprattutto perchè gli americani non cederebbero a noi, gli acquirenti, i “segreti” tecnologici degli aerei (molto apprezzati dai militari perchè dotati di un sistema che li rende irriconoscibili ai radar). Questo si tradurrebbe in una sorta di totale sudditanza, anche tecnologica, agli States: a loro dovremmo richiedere i pezzi di ricambio. Non da ultimo, il velivolo in questione, prodotto solo a livello di prototipo, ha mostrato non pochi problemi di funzionamento.
Per questo tutto questo la pattuglia democratica, come ha raccontato ai nostri microfoni durante AngoloB il parlamentare Carlo Galli, sta valutando l’idea di ridurre il numero di F35 (da 90 a 45) proseguendo al contempo il progetto Eurofighter. In ogni modo, dire un secco ‘No grazie’ agli alleati è molto difficile, ammette Galli. Anche perchè sono i nostri stessi militari che spingono per avere gli F35: avendo in dotazione le stesse armi degli alleati statunitensi, è più facile che alle nostre forze armate sia richiesto di intervenire nelle missioni Nato.
Ma questi aerei sono così necessari? Secondo Grazia Naletto, presidente di Lunaria e una delle portavoce della campagna “Taglia le ali alle armi“, la risposta è semplice: “No”. Nella controfinanziaria redatta ogni anno da Sbilanciamoci sono state individuate molte alternative all’acquisto dei bombardieri: “Con quanto è stimato (non è ancora chiaro effettivamente quanto costeranno, ndr) spenderemo per un solo aereo, 130 milioni di euro – dice Naletto – potremmo mettere in sicurezza, rispetto alla normativa anti sismica vigente, 250 scuole; potremmo dare 21 treni a 11mila pendolari; potremmo aprire 380 asili nido. Con un solo aereo”.
Ascolta l’intervista fatta da Radio Città Del Capo