In una grande azienda informatica un’esperienza di trasformazione ecosostenibile. Il progetto Almaviva Green raccontato da un delegato
L’ambito in cui nasce il progetto Almaviva Green è quello di una delle principali aziende del settore informatico, Almaviva spa, con oltre 2.000 dipendenti su 5 sedi (Roma, Milano, Torino, Padova e Cosenza), in un Gruppo di oltre 17.000 dipendenti che comprende anche operatori del mercato call center, una Rsu tenacemente unitaria e una trattativa incagliata sullo scoglio della definizione dei parametri per l’erogazione del premio di risultato.
In questo contesto abbiamo cominciato a pensare che comportamenti orientati al risparmio energetico e alla salvaguardia ambientale potevano permetterci di reperire risorse da destinare a questa trattativa.
A marzo 2009 la proposta, presentata unitariamente da Fim Fiom Uilm nazionali, viene accettata dall’azienda, già intenzionata ad aprire alcuni interventi di questo tipo.
Iniziamo con il tracciare una road map per stabilire obiettivi, tempi e strutture aziendali coinvolte nel progetto, e nasce un Green Team, struttura mista azienda/delegati Rsu, per verificare lo stato di avanzamento delle attività.
Sotto il profilo sindacale possiamo dire che, oltre a un miglioramento generale delle relazioni industriali, siamo riusciti a drenare risorse in direzione Green e migliorare la qualità della vita sul luogo di lavoro.
Siamo riusciti a orientare in parte le politiche industriali dell’azienda e, non ultimo, dal 2010 il 25% del premio di risultato è legato a progetti e risultati di risparmio energetico.
Infine questa esperienza, portata al Congresso nazionale della Fiom-Cgil dell’aprile 2010, è stata oggetto di un ordine del giorno che ne assume i contenuti.
Oggi progetti di questo tipo non sono certo favoriti dalla crisi economica e dalla contrazione degli investimenti, ma noi crediamo di essere sulla giusta strada e proviamo comunque ad andare avanti.
Il “green” è per sua natura democratico e le iniziative devono nascere “dal basso” coinvolgendo lavoratori e cittadini, ciò non toglie che queste esperienze vadano sostenute da conoscenza ed elaborazione competente e quindi pensiamo che quanto prima vada costruito un Centro di competenza, sindacale, ma non solo, che metta a fattor comune e in rete la documentazione delle buone pratiche che, anche grazie a questa assemblea di Bologna, abbiamo scoperto essere più diffuse di quanto pensavamo.
Oggi i temi ambientali, proprio per il loro profilo meno carico di scorie ideologiche, oltre ad aver assunto un’urgenza vitale per i destini del pianeta, possono essere una delle chiavi con cui la Fiom può saldarsi a movimenti ed esperienze anche fuori dal mondo del lavoro e sfuggire all’isolamento cui la si vorrebbe costringere.
Intervento all’incontro nazionale delle delegate/i Fiom “Il clima nelle fabbriche” – Bologna 16 dicembre 2010