Centinaia di migliaia di uomini sono fuggiti dalla Russia per non essere arruolati. Non sono oppositori né agenti di Mosca: cercano solo una vita normale. Da Internazionale.
Eravamo appena usciti da Tbilisi, in Georgia, quando ci è venuto naturale chiedercelo. Come chiamare gli uomini che avremmo incontrato e che, al ritmo di diecimila al giorno, stavano attraversando il confine tra Russia e Georgia per sfuggire alla mobilitazione militare ordinata dal presidente russo Vladimir Putin? “Ieri ho usato la parola ‘rifugiato’, ma poi mi sono ricordata di quand’ero andata a filmare i profughi siriani in una tendopoli in Ungheria. E ho pensato: no, questi non posso chiamarli rifugiati”, ha detto la videoperatrice Sasja.