Proponi una manifestazione per l’Europa, “dal basso”. Noi, che per questo siamo sempre stati in prima fila, non ci saremo. Non vogliamo confonderci con chi vuole stanziare 800 miliardi per le armi e tagliare il Green deal. La tua è una manifestazione per l’Europa “senza aggettivi”. Ma anche senza parole. Senza la più importante: pace.
Caro Michele Serra,
qualche giorno fa hai proposto (27 febbraio su Repubblica) una manifestazione per l’Europa, da costruire “dal basso”, un progetto “rivoluzionario e innovativo”.
Ma quale Europa? Quella che – come ha detto la presidente dell’Unione – vuole stanziare 800 miliardi per le armi e portare la spesa militare al 2%, forse al 2,5% del PIL? L’Europa che continua a innalzare muri per non fare entrare chi scappa dalle guerre nei paesi europei (e non solo in Italia e in Ungheria)? L’Europa (l’Unione europea) che vuole fermare la transizione ecologica (come sta succedendo in queste ore) e vuole passare dal Green Deal al War Deal? L’Europa che da decenni non fa fare un passo avanti alla sovranità popolare (il ruolo del Parlamento) e si affida alla pratica autocratica dei governi nazionali nel Consiglio europeo?
Alla Ursula von der Lyen che annuncia 800 miliardi per le armi noi preferiamo Sandro Pertini che nel 1983 al Parlamento europeo di Strasburgo affermò che “bisognava riempire i granai e svuotare gli arsenali”. Ai questurini europei (tra cui il penultimo, pure socialista) che si alternano nella guida della NATO e che sono dei guerrafondai noi scegliamo figure come quelle di Olaf Palme, Enrico Berlinguer e Willy Brandt che negli anni ‘80 proponevano il disarmo e la sicurezza comune.
Noi siamo stati in prima fila per l’Europa, quella “dal basso”, come dici te. Quando negli anni ‘80 abbiamo costruito il movimento dell’European Nuclear Disarmament contro gli euromissili Cruise e SS20, quando siamo andati a portare aiuti e a cercare di fermare la guerra in ex Jugoslavia – con l’Europa assente – negli anni ‘90 e quando abbiamo promosso i Forum sociali europei con centinaia di migliaia di attivisti e volontari. Ecco perché non ci piace l’”Europa dall’alto” per cui – contrariamente a quanto affermi – dovremmo manifestare a Roma: quella è l’Europa dei governi, non dei cittadini. Senza le bandiere della pace non c’è Europa.
Siamo per l’Europa, quella federalista e democratica di Altiero Spinelli. Siamo per l’Europa, quella dei cittadini e delle cittadine che ogni giorno si impegnano per il bene comune. Siamo per l’Europa della pace e della cooperazione, che non spende 800 miliardi per le armi, ma per la sanità, il lavoro, l’ambiente. L’Europa fortezza non è la nostra Europa, come non lo è quella dei muri e dell’egoismo economico.
La tua è una manifestazione per l’Europa “senza aggettivi”. Ma anche senza parole. Senza la parola di cui oggi c’è più bisogno: la pace.