Una lettera scritta da un genitore ad altri genitori, alla vigilia delle elezioni amministrative a Milano
Questa lettera di un lettore milanese, che è in procinto di votare, presenta alcuni argomenti che meritano di essere diffusi e discussi.
Ho deciso di raccontare alle persone che posso raggiungere nei più svariati modi per chi intendo votare alle elezioni amministrative di oggi, spiegando il perché di questa mia scelta. Posso dire con convinzione che voterò con la certezza di volere cambiare la Milano in cui siamo vissuti negli ultimi anni. In poche righe non si possono approfondire troppi ragionamenti, si può giusto sfiorare qualche sentimento. Milano nonostante tutto è una città bellissima, aperta, vivace, solidale, curiosa e colta; la città in cui sono cresciuto mi ha offerto tanto; scuole pubbliche di qualità con maestri e professori che mi hanno fatto crescere nel rispetto degli altri e di me stesso; mezzi pubblici con cui muovermi dappertutto, inseguendo questo o quel sogno; giardini pubblici dove correre, giocare, prendere aria; un’università libera e un po’ bohémienne in cui provare a definire la mia idea di futuro, lavoro, vita adulta, e soprattutto crescere tra mille umori diversi. È buffo e, lo giuro, del tutto non voluto; ma mi accorgo che i miei ricordi più forti della città in cui sono cresciuto sono legati a situazioni «pubbliche». E non finiscono lì, anzi: come si fa a non ricordare le settimane intere alla “Cineteca”, quando stava in via san Marco e con cinquemila lire una tessera durava tre mesi di film a ripetizione! E i pomeriggi e poi le sere in biblioteca raccontarsi di studiare… E la cattedrale spalancata dal cardinale grazie a una parola rivolta indifferentemente ai laici e ai credenti? Questa è la Milano che ho amato; per molti versi questa Milano è ancora lì, però…Però oggi l’aria di Milano è sopra la soglia di smog consentito da un’asticella che viene alzata progressivamente. Però i mezzi pubblici sono rimasti quelli di vent’anni fa, quando in tutta Europa sono stati fatti diventare strumento di disincentivo del mezzo privato, strumento di mobilità reale, sistema di socialità diffusa e ampliata alle ventiquattr’ore del giorno. Però il cinema De Amicis ha chiuso e il Comune non ha pensato a riaprirlo. Però la scuola pubblica ha sempre minori risorse, gli insegnanti vengono ritenuti pericolosi sovversivi e il sistema dell’offerta, a partire dagli asili nido e per l’infanzia, orienta sempre più verso la scelta di una scuola privata a pagamento. Però l’università si trasforma sempre più chiaramente in un mal sopportato parcheggio per giovani adulti prima del baratro del «lavoro mai». Però Cl è diventata anche e sempre più Compagnia delle Opere e affari miliardari e consulenze e presidenze in consigli d’amministrazione e occupazione capillare della sanità lombarda e milanese. Però il cardinale di Milano oggi viene insultato dai politici della Lega Nord. Però a Milano oggi cultura fa rima con …niente!C’entra la Moratti con tutto questo? Sì, da cinque anni c’entra anche lei, insieme a Formigoni e Berlusconi in un tentativo sempre più deciso di sostituire alla politica come servizio pubblico un modello di uso privatistico della cosa pubblica, a vantaggio di se stessi, della propria “famiglia” e della propria setta. Contro questo modello Giuliano Pisapia propone e pratica da anni un modello di società della legalità e dei diritti, sostiene per il Comune di Milano un’idea di politica partecipata e aperta a tutte le componenti della società, propone un rilancio dei servizi pubblici in tutti i settori, ha un’idea di amministrazione vicina ai cittadini e dei cittadini vicini tra di loro. Assomiglia a una Milano che ho amato molto, e che c’è, quella che sento raccontare a Giuliano Pisapia. Per questo lo voterò, per questo proporrò a tutti di votarlo. Nei prossimi cinque anni di amministrazione a Milano mia figlia più grande raggiungerà i quattordici anni: l’età dei mezzi pubblici, della scuola pubblica, dei giardini pubblici…