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A(r)mata transizione

La transizione s’ha da fare, ma verso il militare. Il nuovo podcast dell’Alleanza Clima Lavoro, a cura di Massimo Alberti, racconta a partire dal convegno dell’Alleanza a Torino del 13-14 marzo il passaggio in Europa e in Italia dal Green Deal al War Deal. Con l’automotive come snodo centrale.

Parte dai cancelli dello stabilimento di Mirafiori la nona puntata di “A qualcuno piace verde”, il podcast dell’Alleanza Clima Lavoro a cura di Massimo Alberti. È lì infatti – con un volantinaggio e un incontro con le lavoratrici e i lavoratori di Stellantis – che si è conclusa lo scorso 14 marzo la due giorni del convegno nazionale dell’Alleanza “Mobilità sostenibile al lavoro”.

Un appuntamento caduto in una fase critica per le sorti della transizione ecologica in Europa: in meno di un anno è uscito stravolto il quadro politico nella Ue, dopo le elezioni che hanno spostato a destra l’asse della politica di Bruxelles, la vittoria di Trump negli Stati Uniti, il nuovo assetto geopolitico, i dazi e le nuove politiche commerciali, il piano di riarmo ReArm Europe della Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen. E, sul fronte dell’auto, il deludente Automotive Action Plan. Tutti eventi che mettono radicalmente in discussione l’impianto e gli obiettivi del Green Deal, puntando in ben altra direzione. Per metterla in rima: la transizione s’ha da fare, ma verso il militare.

Di fronte al piano di riarmo la transizione ecologica per la decarbonizzazione dell’economia europea slitta in secondo piano, compromettendo il percorso verso un’industria sostenibile e l’abbattimento delle emissioni. Ciò vale soprattutto per l’automotive: la conclamata crisi del settore – frutto della miopia dei produttori auto e delle scelte non incisive né coerenti della politica a livello comunitario e nazionale – è diventata ora l’occasione non per accelerare sull’elettrificazione dei trasporti, ma per promuovere la riconversione produttiva verso l’industria della difesa e delle armi, come ripetutamente auspicato, tra gli altri nel nostro Paese, dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso. 

I numeri parlano chiaro nel definire le nuove priorità in Europa, segnalando l’enorme sproporzione tra gli investimenti sul riarmo, 800 miliardi con ReArm Europe, e quelli sul rilancio dell’automotive europeo, 2,8 miliardi con l’Automotive Action Plan. Nel frattempo, i produttori auto incassano lo slittamento delle multe per chi non raggiungerà gli obiettivi di vendita di veicoli non inquinanti nel 2025 e l’anticipazione, sempre nella seconda metà del 2025, della revisione dei regolamenti Ue sulle emissioni di auto e veicoli leggeri prevista per il 2026. Rimane fermo, per adesso, il 2035 come anno di fine commercializzazione delle auto alimentate da veicoli endotermici. Ma si teme l’“effetto condono” alimentato da queste retromarce e giravolte su scadenze e target, così come dallo spostamento dell’asse della politica industriale europea sul riarmo e l’industria militare: dal Green Deal al War Deal.

Ripercorrendo il dibattito che ha caratterizzato il convegno nazionale dell’Alleanza Clima Lavoro a Torino, la puntata di “A qualcuno piace verde” mette in fila tutti questi temi grazie ai contributi di Michele De Palma, Segretario generale della FIOM-CGIL, Veronica Aneris della European Climate Foundation, Giulio Marcon e Monica Di Sisto della Campagna Sbilanciamoci!. 

Ascolta il podcast!