La soddisfazione per l’ottima riuscita dell’evento di Verona nelle parole dei rappresentanti delle Reti italiane della pace e della nonviolenza che lo hanno promosso.
La soddisfazione per l’ottima riuscita dell’evento di Verona nelle parole dei rappresentanti delle Reti italiane della pace e della nonviolenza che lo hanno promosso.
La grande ed insperata presenza (oltre 13.000 partecipanti) dovrà dare forza ed entusiasmo alla campagna verso la “Difesa civile non armata e nonviolenta”.
Il grande evento “Arena di Pace e Disarmo” realizzato congiuntamente a Verona per il 25 aprile 2014 ha rimesso in moto energie, aspettative, entusiasmi che da tempo attendevano di trovare un punto di riferimento. Il successo ottenuto (e non solo in termini di partecipazione fisica) è dovuto senz’altro al fatto che si è trattato di un percorso condiviso, allargato, di un lavoro di “rete” che abbiamo saputo mettere in campo con una positiva ottica collaborativa.
La nostra intenzione ora è quella di valorizzare questo patrimonio rivalutato, che altrimenti rischiava di essere disperso, per proseguire nel cammino comune che ci siamo dati con la “Campagna disarmo, difesa civile non armata e nonviolenta”. Uno sforzo che prende avvio dai contenuti portati in Arena davanti a 13.000 persone.
“Dalle organizzazioni nazionali ai giovani tutti abbiamo ribadito che il Servizio Civile Nazionale è la difesa civile e nonviolenta della Patria, a cui ricondurre tutte le altre dimensioni – ha dichiarato Licio Palazzini, presidente della Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile – una realtà volutamente occultata nel passato ma che tutti all’Arena di Pace e Disarmo hanno messo di fronte al Presidente del Consiglio Renzi, alla vigilia della sua riforma”.
Per Martina Pignatti Morano, intervenuta dal palco per il Tavolo Interventi Civili di Pace, “le associazioni pacifiste italiane hanno dimostrato in questi anni di avere le capacità per elaborare un’alternativa agli interventi militari, lavorando tramite i corpi civili di pace alla trasformazione dei conflitti in Italia e all’estero. Il popolo dell’Arena ha acclamato il 25 aprile questa opzione di difesa civile: ora abbiamo più forza per diffonderla nei territori e spingerla anche a livello istituzionale”.
Sergio Bassoli, a nome della Rete della Pace sottolinea l’energia sprigionata nell’incontro del 25 aprile sottolineando come “a Verona abbiamo avuto la conferma che esiste ancora l’Italia che crede in un futuro di giustizia sociale, dove la pace, il disarmo e la nonviolenza diventano i vincoli della nostra politica per uscire dalla crisi. Ed ora è la fase delle proposte e delle risposte da parte delle nostre istituzioni”. Un concetto ripreso anche da Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo: “Se vogliamo essere efficaci e costruire un’alternativa che sia percorribile dobbiamo unire alla giusta denuncia delle alte e infruttuose spese militari (in primo e simbolico luogo quella dei caccia F-35) una proposta di riutilizzo, efficace e conveniente, di queste stesse risorse. Per noi la difesa delle cittadine e dei cittadini del nostro Paese passa da maggiori diritti e maggiori opportunità, non certo da un’anacronistica e insensata fiducia in percorsi di riarmo”.
“E’ una grande soddisfazione – hanno dichiarato infine padre Venanzio Milani, missionario comboniano, e Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento, anche a nome del gruppo organizzatore veronese – aver contribuito ad offrire una ribalta al popolo della pace, del disarmo, della nonviolenza, del volontariato e della solidarietà. Confidiamo che l’eco di questo segnale forte induca i nostri governanti a rivedere le politiche di investimento militare prendendo atto che la volontà della gran parte dell’opinione pubblica, laica e religiosa, si esprime in tutt’altra direzione”.
Al termine di “Arena di Pace e Disarmo” le reti e i movimenti che hanno promosso l’evento si sono dati alcuni appuntamenti condivisi. Il primo è quello del 2 giugno, Festa della Repubblica, che vogliamo onorare in obbedienza all’art. 11 della Costituzione “che ripudia la guerra”, e all’art. 52 che ci richiama “al sacro dovere di difesa della Patria”. Con la difesa civile non armata e nonviolenta vogliamo realizzare pienamente la visione delle madri e dei padri costituenti di una Repubblica in grado di offrire a tutti i cittadini “pane e pace”, contro le pulsioni militariste di chi vorrebbe continuare a sperperare risorse pubbliche per la preparazione della guerra.