Al Presidente della Regione Lazio On. Nicola Zingaretti Egregio Presidente, in questi mesi è in corso di ristrutturazione, pur mantenendo la sua attività espositiva, lo spazio culturale “We GIL”, riqualificato anni fa dall’Amministrazione Regionale fino a diventare un importante Hub culturale della città. Come Lei ben sa, lo splendido palazzo di Luigi Moretti soffre di […]
Al Presidente della Regione Lazio
On. Nicola Zingaretti
Egregio Presidente,
in questi mesi è in corso di ristrutturazione, pur mantenendo la sua attività espositiva, lo spazio culturale “We GIL”, riqualificato anni fa dall’Amministrazione Regionale fino a diventare un importante Hub culturale della città.
Come Lei ben sa, lo splendido palazzo di Luigi Moretti soffre di due gravi criticità. La prima è il nome, che si è deciso dovesse essere, letteralmente, Noi Gioventù Italiana del Littorio. Una scelta incomprensibile, impensabile nel resto d’Europa, e sintomatica della leggerezza con cui in Italia si trattano le eredità del totalitarismo.
La seconda criticità è la presenza, all’interno, di un’enorme mappa dell’Africa Orientale Italiana, sovrastata dalla scritta “Noi tireremo diritto”, che Mussolini pronunciò dal balcone di Piazza Venezia l’8 settembre 1935 in risposta alla posizione critica assunta dalla Società delle Nazioni contro la politica militare italiana in Etiopia che ne preannunciava l’occupazione.
Ai lati della mappa luoghi e date di battaglie in cui l’esercito italiano sterminò decine di migliaia di persone, tra cui civili, donne, anziani e bambini, per procedere all’occupazione dei territori d’oltremare e alla successiva feroce repressione della resistenza etiope.
Ogni giorno i visitatori dell’edificio passano davanti a quella mappa che, per colpa di un oblio collettivo, non è stata accompagnata da alcuna contestualizzazione o riflessione critica sul colonialismo italiano.
La ristrutturazione in corso ci sembra un’occasione da non perdere per impegnare la nostra Regione alla ricucitura di quelle ferite che quel nome, e quella mappa, ancora evocano.
Crediamo che la Regione Lazio debba impegnarsi fin da subito, innanzitutto perché sia modificato l’infelice nome “We Gil”. Nell’anno del centenario della marcia su Roma, darebbe un segno importante di sensibilità e consapevolezza da parte delle istituzioni circa la necessità di rielaborare l’eredità del fascismo risignificandone luoghi e simboli. Inoltre, è opportuno che l’edificio diventi, seguendo la sua attuale vocazione di promozione culturale, l’epicentro di una profonda riflessione sul colonialismo italiano, i suoi crimini, e le tracce che ha lasciato ovunque nella nostra città.
Crediamo che tale impegno possa concretizzarsi attraverso iniziative culturali sia permanenti (in particolare nei pressi della “mappa dell’impero”) sia a cadenza periodica (ad esempio il 19 febbraio, giorno in cui, nel 1937, ebbe inizio la strage di Addis Abeba), con il coinvolgimento delle comunità di afrodiscendenti storicamente presenti nel nostro territorio.
Promotori dell‘appello
Silvano Falocco, Carlo Boumis, autori di “Roma Coloniale“
Emanuele Ertola, Università di Pavia, Dipartimento di Studi Umanistici
Tezeta Abraham, attrice
Marco Gisotti, giornalista, autore Wikiradio Rai-Radio3
Adesioni
Enrico Acciai, Università di Roma Tor Vergata
Yodit Estifanos Afewerki, collettivo Tezetà
Alfredo Ancora, Psichiatra transculturale Université “E.De Martino-D.Carpitella”-Paris
Cristina Anichini, editrice Le Commari
Edoardo Annucci, assessore V Municipio
Pierluigi Bardini, consigliere IV Municipio
Bruno Bonomo, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Michelangelo Borri, Università di Trieste e Udine
Giordano Bottecchia, Paris 8 – SNS
Andrea Brazzoduro, University of Oxford
Costanza Calabretta, Istituto Italiano di Studi Germanici
Niccolò Camponi, consigliere I Municipio
Giancarlo Carletti, editor casa editrice Laterza
Christian Carnevale, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Brianda Carreras, regista teatrale
Francesco Casales, Università di Pavia
Luca Castiglioni, Università degli Studi di Milano
Chiara Cavallo, editrice di Focus in Africa
Francesca Cavarocchi, Università di Firenze
Lucia Ceci, Università di Roma Tor Vergata
Giovanni Cecini, ricercatore indipendente
Emiliano Cofano, consigliere VII Municipio
Maura Cossutta, Presidente della Casa Internazionale delle Donne
Maurizio Costanza, arabista
Alma Daddario, giornalista
Vanni D’Alessio, Università di Napoli Federico II
Pietro Dalmazzo, University of Durham
Sabrina Deligia, giornalista
Tommaso Dell’Era, Università degli Studi della Tuscia
Kwanza Musi Dos Santos, collettivo Tezetà
Gabriele D’Ottavio, Università di Trento
Stefano Fabi, Ufficio Speciale Roma Capitale
Francesco Filippi, storico della mentalità
Filippo Focardi, Università di Padova
Stefano Gallo, Cnr-Ismed
Gianluca Gerli, Università per stranieri di Perugia
Andrea Giardina, Presidente della Giunta centrale per gli studi storici
Carlo Greppi, Comitato scientifico Istituto nazionale Ferruccio Parri, curatore serie Fact Checking: la Storia alla prova dei fatti della casa editrice Laterza
Danilo Grossi, Pop Idee in movimento
Paolo Innarella, musicista
Isabella Insolvibile, Fondazione Museo della Shoah – Roma
Nicola Labanca, Università di Siena
Denise Lancia, assessora X Municipio
Sante Lesti, Scuola Normale Superiore di Pisa
Sonia Lima Moraes, OMCVI – Associazione Donne Capoverdiane in Italia
Jacopo Lorenzini, Università di Macerata
Chiara Lucrezio Monticelli, Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società dell’Università di Roma Tor Vergata
Marianna Lunardini, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Elio Manti, economista
Elena Maraviglia, collettivo Tezetà
Toni Maraini, scrittrice, storica dell’arte ed etnologa
Giulio Marcon, saggista, Sbilanciamoci!
Gianmarco Mancosu, Università di Cagliari e Università di Sassari
Arturo Marzano, Università di Pisa
Filippo Masina, Università di Siena
Gabriele Montalbano, Università di Bologna
Antonella Napoli, direttore responsabile di Focus in Africa
Simone Neri Serneri, Università di Firenze
Luca Nigro, Scuola Normale Superiore di Pisa
Serge Noiret, a nome del Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana di Public History
Marco Palla, storico
Raffaello Pannacci, Università degli Studi di Perugia
Silvana Patriarca, Fordham University
Roberta Pergher, Indiana University
Paolo Pezzino, Presidente Istituto nazionale “Ferruccio Parri“ – rete degli istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea
Marina Pierlorenzi, vicepresidente ANPI Roma
Alessandro Portelli, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Summer Institute of Oral History Columbia University
Riccardo Preda, collettivo Tezetà
Stefanie Prezioso, Université de Lausanne
Andrea Rapini, Università di Modena e Reggio Emilia
Leonardo Rapone, direttore della rivista “Studi Storici”
Federico Raponi, Tuttascena
Simona Ricotta, La storia per tutti
Francesco Sanna, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”
Elisa Signori, direttore dell’Istituto Pavese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea
Claudia Sini, insegnante
Irene Sini, docente Letterature comparate
Laura Sini,
Marco Severa, storico
Carlotta Sorba, Università di Padova
Maria Corona Squitieri, editrice Le Commari
Luisa Stagni, attrice, regista, direttrice artistica dell’Associazione OperaDecima
Paola Stelliferi, ricercatrice indipendente
Giovanni Tonolo, European University Institute
Annalisa Urbano, Università di Firenze
Itala Vivan, Università degli Studi di Milano
Matteo Zocchi, assessore III Municipio
Giulia Zitelli Conti, Università degli Studi di Roma Tre, AISO, collettivo Tezetà