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Ambiente e lavoro per un nuovo modello di sviluppo

Il convegno dell’Alleanza Clima Lavoro in programma a Torino il 25-26 gennaio segna un passaggio importante sul fronte dell’impegno comune di ambientalisti e sindacalisti per la mobilità sostenibile e per una transizione giusta, che non lasci indietro nessuno e che sia sostenibile anche per il lavoro.

Il convegno dell’Alleanza Clima Lavoro che si tiene a Torino il prossimo 25 e 26 gennaio rappresenta un passaggio importante dal punto di vista dell’impegno comune di ambientalisti e sindacalisti per la mobilità sostenibile e la transizione ecologica. Sbilanciamoci!, ormai quattro anni fa, è stato il catalizzatore prima del dialogo e poi del lavoro congiunto tra le principali organizzazioni ambientaliste italiane e le categorie della CGIL più direttamente impegnate nella transizione ecologica: così è nata l’Alleanza Clima Lavoro.

La scommessa è quella di accelerare una transizione ecologica che non lasci indietro nessuno, che sia giusta e sostenibile anche per il lavoro. Purtroppo oggi l’Italia sconta molti ritardi in questa direzione. Il mondo del lavoro è pronto, come in gran parte sono pronte le imprese del nostro paese. Ma manca il sostegno delle politiche pubbliche, mancano l’indirizzo e la regia della transizione, mancano gli interventi concreti – e non solo nel settore dell’automotive – che possono essere fatti o facilitati solo dal governo e dalle politiche pubbliche. C’è una sottovalutazione del ritardo che stiamo accumulando. Rischiamo di perdere molti treni, dalla mobilità sostenibile all’elettrificazione, alle infrastrutture necessarie: gli altri paesi stanno correndo più di noi e stanno facendo le scelte necessarie.

Il nostro mercato dell’auto elettrica è ancora modesto (3-4% del totale delle vendite), almeno tre-quattro volte inferiore a quello di paesi come la Francia e la Germania. Stellantis vende le sue 500 elettriche soprattutto all’estero. La gigafactory di Termoli è ancora lontana dal prendere il via e altre gigafactories all’orizzonte per il nostro paese non se ne vedono. La rete di ricarica (le centraline) è ancora insufficiente e i prezzi delle auto elettriche sono ancora proibitivi. Servirebbe un altro produttore dall’estero in Italia (visto che Stellantis la sta ormai abbandonando), ma in queste condizioni è difficile che arrivi. E per il trasporto pubblico locale (elettrico e sostenibile) siamo ancora agli inizi delle scelte necessarie da compiere. Eppure ci sarebbe molto da fare: il 30% dei nostri mezzi pubblici (bus, tram) sono da rottamare e sostituire.

Bisogna dunque reagire a questi ritardi, facendo marciare insieme ambiente e lavoro, costruendo una mobilitazione per accelerare una transizione ecologica che sia giusta e all’altezza delle sfide che abbiamo davanti. È questo il senso del convegno di Torino: sarà un laboratorio di idee, di proposte, di iniziative che già abbiamo messo in campo nel 2023. Assemblee con i lavoratori, studi, ricerche, convegni e tanto altro al servizio di un’alleanza che a Torino sarà rilanciata con convinzione. Perché non c’è più tempo da perdere.