Si apre oggi il convegno dell’Alleanza Clima Lavoro con ambientalisti, delegati e sindacalisti per la mobilità sostenibile e la transizione ecologica. Da il manifesto
Abbiamo davanti a noi rischi enormi: il fallimento della transizione ecologica, il crollo del settore dell’automotive con la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, il peggioramento della crisi climatica. E questo per colpa innanzitutto dell’inazione del governo e dell’insufficienza delle politiche pubbliche. Ma non è un destino ineluttabile: si può impedire questa china e fare della transizione ecologica un’occasione per il lavoro e per l’ambiente. Pensare di sopravvivere in una rendita di posizione destinata ad esaurirsi è miope: bisogna invece invertire la rotta, e c’è ancora il tempo per farlo.
Il convegno dell’Alleanza Clima Lavoro che si apre a Torino e che continua domani, rappresenta per questo un passaggio importante per l’impegno comune di ambientalisti, delegati delle fabbriche e sindacalisti per la mobilità sostenibile e la transizione ecologica. Sbilanciamoci e la Cgil del Piemonte, ormai quattro anni fa, sono stati il catalizzatore prima del dialogo e poi del lavoro comune tra le principali organizzazioni ambientaliste italiane e le categorie della Cgil più direttamente impegnate nella transizione ecologica: così è nata l’Alleanza Clima Lavoro, di cui fanno parte anche Wwf, Legambiente, Kyoto Club, Greenpeace, Motus E (piattaforma nazionale per la mobilità elettrica), Filt (lavoratori dei trasporti e della logistica), Flai (lavoratori del settore agroalimentare) e Fiom (metalmeccanici).
La scommessa è quella di accelerare una transizione ecologica che non lasci indietro nessuno, che sia giusta e sostenibile per l’ambiente e per il lavoro. L’Italia sconta molti ritardi in questa direzione. Il mondo del lavoro è pronto e i lavoratrici e i lavoratori con la professionalità e le competenze che hanno acquisto nel corso del tempo, sono la principale risorsa per il paese, come in parte sono pronte le imprese che non hanno rinunciato ad investimenti in Italia. Ma manca il sostegno delle politiche pubbliche, mancano l’indirizzo e la regia della transizione, manca un piano nazionale per la mobilità e non solo nel settore dell’automotive.
Per il trasporto pubblico locale c’è opportunità sono enormi in termini di politica industriale, lavoro, qualità di vita della città. C’è una sottovalutazione del ritardo che stiamo accumulando nel nostro paese. Rischiamo di perdere la manifattura di domani e l’occupazione di valore, dalla mobilità sostenibile alla elettrificazione, alle infrastrutture necessarie: gli altri paesi stanno correndo più di noi e stanno facendo le scelte necessarie. Noi stiamo a guardare.
Il nostro mercato dell’auto elettrica è ancora modesto (3-4% del totale delle vendite), almeno tre-quattro volte inferiore a quello di paesi come la Francia e la Germania. Stellantis le sue 500 elettriche le vende soprattutto all’estero quando intervengono gli incentivi. La Gigafactory di Termoli è ancora lontana dal prendere il via e altre Gigafactory all’orizzonte per il nostro paese non se ne vedono. La rete di ricarica (le centraline) è ancora largamente insufficiente e i prezzi delle auto elettriche sono ancora alti.
Servirebbe almeno un altro produttore nel nostro paese (visto che Stellantis da noi è in continuo ridimensionamento), ma se non si creano le condizioni è difficile che arrivi. E per il trasporto pubblico locale (elettrico e sostenibile) siamo ancora agli inizi delle scelte che sarebbero necessarie. Eppure ci sarebbe molto da fare: il 30% dei nostri mezzi pubblici (bus, tram) sono da rottamare e sostituire.
Bisogna dunque reagire a questi ritardi, facendo marciare insieme ambiente e lavoro, costruendo una mobilitazione per accelerare una transizione ecologica, che sia giusta e all’altezza delle sfide che abbiamo davanti. È questo il senso del convegno di Torino: sarà come le altre volte un laboratorio di idee, di proposte, di iniziative che già abbiamo messo in campo nel 2023. Assemblee con i lavoratori, studi ricerche, convegni e tanto altro al servizio di un’alleanza che a Torino sarà rilanciata con convinzione, perché non c’è più tempo da perdere.