In un anno 3.400 «eventi meteo estremi», con quattro alluvioni danni per 15 miliardi. Da noi il caldo è salito di 3°, nel mondo 1,2. E sette milioni vivono in zone a rischio. La produzione di grano al livello più basso. Da Il Corriere della Sera
Il Nord Italia finisce ormai regolarmente sott’acqua, mentre in Sicilia si schiatta di caldo e si muore di sete. Quattro grandi alluvioni in poco più di un anno sono costate al Paese 15 miliardi di euro, quanto una finanziaria, per non parlare di quasi 50 morti e migliaia di sfollati. Partendo dall’alluvione in Emilia Romagna del maggio 2023, passando attraverso quella in Toscana a novembre per arrivare alle ultime in Lombardia e Veneto, mezza Italia conta i morti provocati dagli allagamenti e delle frane.
In base ai dati più recenti dell’Ispra, pubblicati sul portale IdroGeo, circa sette milioni di italiani vivono in aree a rischio: su una superficie nazionale di circa 300mila chilometri quadrati, ben il 18,4 per cento del territorio (corrispondente a più di 55mila chilometri quadrati) è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni.
Nel dettaglio sono 2,1 milioni gli edifici italiani che, insieme con 727mila imprese, si trovano nelle aree più esposte. Non solo. Degli oltre 213mila beni architettonici, monumentali e archeologici presenti sul territorio nazionale 38mila sono esposti a fenomeni franosi. In pratica, l’Italia vive sull’orlo del precipizio e sarà sempre più così, con l’avanzare dell’emergenza climatica, che sta moltiplicando in frequenza e intensità gli eventi meteo estremi.