Ancien régime/La parabola discendente di Silvio Berlusconi. Patrimonio diminuito del 42% dal 2007, dividendi azzerati, spese personali lievitate. E anche il suo impero è in rosso: per la prima volta nella sua storia, il bilancio 2012 di Mediaset, per molti anni la gallina d’oro del gruppo, si è chiuso con una perdita di 287 milioni
Per quasi vent’anni Silvio Berlusconi è stato il potere forte per antonomasia nel nostro Paese. Ma la cometa, oggi, brilla meno rispetto a qualche anno fa. Per quanto rimanga un uomo di grande potere personale, riabilitato sul piano politico dal cosiddetto Patto del Nazareno, il Berlusconi di oggi non è più quello dei tempi della «discesa in campo». Sul piano personale ha pesato la condanna a quattro anni per frode fiscale nella sentenza Mediaset che ha determinato la perdita dei requisiti per sedere in Parlamento e possedere azioni bancarie – basti ricordare che di recente la Banca d’Italia ha imposto la cessione, entro trenta mesi, di oltre il 20% della banca Mediolanum, finora controllata insieme al socio Ennio Doris.
Il declino personale e politico, però, sembra anche conseguenza del peggioramento della situazione economica e finanziaria personale, di quella delle società controllate e dei partiti politici che fanno riferimento alla sua figura. Secondo la rivista Forbes, il suo patrimonio sarebbe diminuito del 42% dal 2007, scendendo a 6,9 miliardi di dollari. Dai dati pubblici che abbiamo a disposizione, possiamo constatare che le finanze personali sembrano ulteriormente peggiorate nell’ultimo periodo. Mentre i dividendi percepiti dalle società controllate si sono azzerati, le spese sono cresciute per effetto della sentenza della Corte d’Appello di Milano che ha deciso l’obbligo di versamento all’ex consorte Veronica Lario di un assegno di mantenimento di 24 milioni di euro l’anno.
Negli ultimi anni sembrano anche in aumento i contributi versati a Forza Italia e al Pdl per ripianare le perdite: in particolare, secondo il rendiconto 2013, il passivo annuale di Forza Italia si è attestato a oltre 15 milioni, mentre il disavanzo patrimoniale ha raggiunto 83,5 milioni; nei primi mesi del 2014 Berlusconi, che garantisce il debito con le banche con una fidejussione di 102,7 milioni, ha versato nelle casse del partito 17,8 milioni (15 a febbraio e 2,8 ad aprile). Per ridurre le spese, Forza Italia ha chiuso la lussuosa sede di via dell’Umiltà a Roma e ha ridotto il personale dipendente. Una situazione speculare a quella dell’altro partito che fa riferimento al Cavaliere, il Pdl: nonostante i tagli nelle spese, e il debito ha raggiunto i 18,3 milioni e il disavanzo i 14,5 milioni.
Anche i conti delle società controllate da Berlusconi non sono positivi: secondo i dati riportati sul proprio sito, nell’ultimo biennio i bilanci consolidati della Fininvest – la società finanziaria di controllo delle società operative del gruppo (Mediaset, Mediolanum, Mondadori, Milan ed altre) – si sono chiusi con una perdita complessiva di 714 milioni, di cui 428,4 milioni nell’ultimo anno. A questo risultato ha contribuito la registrazione in conto economico del versamento di 491,3 milioni di euro alla Cir per effetto della sentenza Lodo Mondadori e, in positivo, la plusvalenza di circa 161 milioni di euro realizzata sulla cessione del 5,6% di Mediolanum.
Ugualmente, i conti delle società operative controllate non sono soddisfacenti. La situazione più critica riguarda Mondadori, di cui è presidente la figlia Marina, che per contrastare la crisi pratica una politica di progressivo downsizing. Il giro d’affari del gruppo editoriale si va riducendo da molti anni e quest’anno sarà appena superiore a un miliardo di euro, poco più della metà di quello del 2007; la situazione patrimoniale, appesantita da ripetute perdite, appare fortemente squilibrata; secondo la semestrale al 30 giugno, a fronte di un patrimonio netto di 246 milioni, nell’attivo sono iscritte attività immateriali per oltre 619 milioni. In questa situazione, i debiti verso le banche, pari a 369 milioni, sono rimasti praticamente invariati nel primo semestre dell’anno malgrado l’incasso di oltre 31 milioni di aumento di capitale da parte di azionisti terzi e il valore di borsa, in costante calo da molti anni, è ampiamente inferiore al patrimonio contabile e va progressivamente azzerandosi.
Per la prima volta nella sua storia, il bilancio 2012 di Mediaset, per molti anni la gallina d’oro del gruppo, si è chiuso con una perdita di 287 milioni; lo scorso anno è stata riassorbita grazie al forte contenimento delle spese operative e degli investimenti, ma nei primi nove mesi del 2014 i conti del gruppo sono tornati negativi, per una somma di 56,9 milioni. La quota di audience del mercato televisivo è in costante calo da oltre un decennio e quest’anno potrebbe risultare persino inferiore a quella cumulata dell’insieme delle altri emittenti. Le previsioni per l’intero anno e per quelli futuri sono moderatamente favorevoli per la ripresa degli introiti pubblicitari in Spagna e il proseguimento del taglio dei costi.
Mediolanum è la società che attualmente ha i conti migliori del gruppo; dalla vendita del 20% della società imposta dall’organo di controllo la Fininvest potrebbe ricavare un incasso superiore a 800 milioni, con una plusvalenza di oltre mezzo miliardo. Ma se guardiamo i conti del Milan e delle sue controllate, consolidati nella capogruppo con il metodo del patrimonio netto, la situazione è di nuovo sfavorevole: il bilancio del 2013 si è chiuso con una perdita di 15,7 milioni e le previsioni dell’anno non sono favorevoli per la mancata qualificazione sia in Champions League che in Europa League. Malgrado il marchio sia iscritto nell’attivo per oltre 100 milioni, il patrimonio netto del gruppo sportivo è negativo.
Dopo tanti anni in testa alla classifica, Berlusconi, esattamente come il suo Milan, sembra costretto a giocare in difesa su molti fronti. Il patrimonio personale rimane elevato pur se in progressivo calo da vari anni e con prospettive di ulteriore indebolimento; a breve sembra addensarsi la nube di Mondadori con la necessità di una ricapitalizzazione a meno della cessione del controllo. Molto più che dalla nota sentenza civile in favore della Cir di De Benedetti, la cometa Berlusconi sembra essere stata offuscata dai conti in rosso.