Top menu

Manovre pericolose

La Legge di Bilancio 2026 privilegia il riarmo a scapito di welfare e transizione. Analizzando la manovra, il nuovo podcast dell’Alleanza Clima Lavoro, a cura di Massimo Alberti, indaga le priorità di spesa pubblica per il Paese. Con una domanda di fondo: quale modello di sviluppo si sta perseguendo?

Strumento chiave di indirizzo economico e politico, la Legge di Bilancio proposta dal Governo e approvata dal Parlamento stabilisce ogni anno, sulla base delle risorse disponibili, le priorità di spesa pubblica del Paese. Da sempre, l’Alleanza Clima Lavoro sottolinea la necessità di orientare tali priorità e risorse verso una giusta transizione, capace di coniugare sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale, attraverso politiche energetiche e industriali a vantaggio del clima, dei lavoratori e delle lavoratrici, scelte ambientali in grado di migliorare la qualità della vita delle persone e un rafforzamento dello Stato sociale come parte integrante delle politiche per lo sviluppo sostenibile.

Si tratta di indicazioni che l’ultima manovra economico-finanziaria per il 2026 – oggetto dell’undicesima puntata del podcast “A qualcuno piace verde” dell’Alleanza Clima Lavoro, a cura di Massimo Alberti – di fatto ignora, scegliendo la strada opposta: aumento delle spese militari e nuovi tagli o mancati investimenti in sanità, istruzione, politiche industriali e ambientali. Il tutto all’interno di una visione che aderisce pienamente al paradigma europeo del riarmo continentale, resta ancorata alle fonti fossili senza offrire una prospettiva concreta di decarbonizzazione e non propone misure efficaci per ridurre le profonde disuguaglianze economiche, sociali e territoriali del Paese.

Tra le organizzazioni promotrici dell’Alleanza Clima Lavoro, la Campagna Sbilanciamoci! ha analizzato in dettaglio la Legge di Bilancio ed elaborato una manovra alternativa a saldo zero, con oltre 100 proposte concrete e puntuali, comprese quelle relative ai capitoli climatico-ambientali, energetici, industriali e occupazionali al centro dell’impegno dell’Alleanza. Una carovana itinerante ha attraversato l’Italia da Nord a Sud, toccando decine di Comuni e incontrando migliaia di persone, per promuovere un’economia di pace e di giustizia ecologica, come racconta in apertura del podcast Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci!.

A proposito di giustizia ecologica, come evidenzia nel suo intervento Dante Caserta, responsabile Affari legali e istituzionali del WWF, nella manovra del Governo continuano a mancare – in un Paese con un’elevata vulnerabilità territoriale agli effetti del climate change – un fondo per l’adattamento climatico, un piano nazionale per il ripristino della natura e vere politiche di fiscalità verde. Particolarmente grave, aggiunge Maria Maranò della Segreteria nazionale di Legambiente, è l’assenza di misure che assicurino la riconversione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi – pari a quasi 20 miliardi di euro l’anno – in Sussidi Ambientalmente Favorevoli e che incentivino lo sviluppo di filiere industriali innovative e decarbonizzate: il caso del taglio dei fondi in manovra per l’ex Ilva è emblematico.

La decarbonizzazione, del resto, non riguarda soltanto le politiche di contrasto alla crisi climatica, ma investe direttamente la sicurezza e l’autonomia strategica del Paese, il futuro delle attività produttive e la vita quotidiana di cittadine e cittadini alle prese con costi delle bollette energetiche sempre più elevati. Portarla a compimento – spiega nel podcast Caterina Molinari, analista finanziaria di ECCO – richiede politiche capaci di rendere accessibili le tecnologie elettriche, accelerare il passaggio alle fonti rinnovabili e all’elettrificazione dei consumi energetici e garantire coerenza tra politiche fiscali e obiettivi di decarbonizzazione: un allineamento che questa manovra di bilancio non favorisce.

Al contempo, nella Legge di Bilancio è assente una strategia di politica industriale a sostegno della cosiddetta twin transition, la doppia transizione ecologica e digitale, passaggio strategico per il futuro del nostro sistema economico e produttivo. Piuttosto – come sottolinea in chiusura del podcast Simona Fabiani, responsabile Politiche per il clima, il territorio, l’ambiente e la giusta transizione della CGIL – la priorità del Governo espressa a chiare lettere nella manovra è il riarmo: una scelta precisa, che implica un sostanziale disinvestimento dalle politiche per un’industria sostenibile e per un lavoro di qualità. Insomma, una manovra… pericolosa.

Ascolta l’undicesima puntata del podcast!