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Lettera su Gaza dei funzionari Ue 

Con un atto senza precedenti e rischiando il licenziamento oltre 1.700 funzionari Ue scrivono a von der Leyen e Kallas una lettera urgente su Gaza. Scrivono che siamo alle soglie dell’annientamento della popolazione, che i lanci aerei sono palliativi e che l’Europa deve interrompere la cooperazione con Israele.

Più di 1.700 funzionari dell’Unione Europea su circa 32 mila – incluso alti ufficiali di vari gabinetti  – hanno sottoscritto una lettera aperta urgente alla Presidente della Commissione Europea,  Ursula von der Leyen, e alla Rappresentante dell’Unione per la Politica Estera, Kaja Kallas, chiedendo una mossa decisiva che metta fine alla catastrofica situazione umanitaria a Gaza. Scrivono, tra l’altro: “In qualità di funzionari di queste istituzioni siamo orgogliosi di difendere i valori dell’Unione europea: dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani. Questi valori hanno spinto un numero crescente di funzionari dell’UE a denunciare senza sosta la situazione negli ultimi 19 mesi, e ancora di più oggi, in un momento in cui è urgente agire e il silenzio equivarrebbe a complicità. Il blocco in corso degli approvvigionamenti di generi alimentari, latte in polvere e forniture mediche a Gaza non è solo una profonda tragedia umanitaria, ma anche una prova decisiva per le fondamenta morali e politiche della nostra Unione, principi senza i quali il progetto europeo stesso perde di significato e legittimità.”

L’azione è senza precedenti. Ufficiali delle istituzioni europei sono contrattualmente obbligati di svolgere i loro compiti in modo imparziale e leale. I firmatari rischiano il licenziamento o di essere degradati. Gli autori sottolineano in una lettera a Ursula von der Leyen che non intendono intromettersi nella politica in senso “partitico”, ma segnalano il fatto che la situazione rende impossibile svolgere i loro doveri senza violazione del diritto internazionale. 

Di seguito la lettera firmata nella versione in italiano.

Lettera alla Presidente Ursula von der Leyen e all’Alta rappresentante Kaja Kallas

Gentile Presidente von der Leyen e gentile Alta rappresentante Kallas,

noi, membri del personale delle istituzioni europee firmatari della presente, vi scriviamo con profonda urgenza e grande preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria a Gaza.

Il tempo sta per scadere.

Le carestie non seguono un andamento lineare, ma tendono piuttosto ad accelerare, assumendo spesso le caratteristiche di fenomeni esponenziali. Le carestie legate a guerre e occupazioni, tra cui l’Holodomor (1933-1934), l’assedio di Leningrado (1941-1942), l’occupazione del Bengala (1943), la Grande carestia cinese (1959-61), il Darfur (2004), la Somalia (2011) e lo Yemen (2016), dimostrano che una volta raggiunta una soglia critica, i tassi di mortalità possono aumentare rapidamente, raddoppiando ogni giorno. Ciò è intuitivo: quando le risorse non raggiungono una popolazione sotto assedio, le conseguenze si aggravano a un ritmo devastante.

Le nostre proiezioni indicano che, senza un ripristino immediato e sostanziale degli aiuti, Gaza è destinata a superare i 100 decessi al giorno per fame nelle prossime due o tre settimane, molti dei quali bambini. Il superamento di questa soglia segna essenzialmente un punto di non ritorno, in cui sarebbe probabilmente impossibile impedire l’annientamento di fatto della popolazione di Gaza.

È importante sottolineare che gli aiuti temporanei non incidono sulla natura esponenziale del fenomeno, ma lo ritardano semplicemente, soprattutto se vengono forniti con mezzi inefficienti come i lanci aerei. Abbiamo illustrato le basi statistiche di questa valutazione, con i relativi riferimenti, nell’allegato alla presente lettera.

In qualità di funzionari di queste istituzioni, siamo orgogliosi di difendere i valori dell’Unione europea: dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani. Questi valori hanno spinto un numero crescente di funzionari dell’UE a denunciare senza sosta la situazione negli ultimi 19 mesi, e ancora di più oggi, in un momento in cui è urgente agire e il silenzio equivarrebbe a complicità.

Il blocco in corso di generi alimentari, latte in polvere e forniture mediche a Gaza non è solo una profonda tragedia umanitaria, ma è anche una prova decisiva per le fondamenta morali e politiche della nostra Unione, principi senza i quali il progetto europeo stesso perde significato e legittimità.

Richiamiamo inoltre la vostra attenzione sul totale fallimento delle Gaza Humanitarian Foundation(GHF) che, invece di portare soccorso, ha causato la morte di circa 1.000 persone dal mese di maggio, uccise dai colpi dell’esercito israeliano e degli appaltatori delle GHF, come ampiamente dimostrato (nota 1)

Vi esortiamo pertanto, a nome dell’Unione europea, ad agire immediatamente e con decisione in modo da esercitare pressioni su Israele affinché consenta l’ingresso senza indugio di massicci aiuti umanitari a Gaza. Ciò deve includere l’apertura di tutti i valichi terrestri per la consegna di beni di prima necessità e il permesso alle navi umanitarie di sbarcarli.

Non si può permettere a Israele di sabotare un altro accordo e di mancare di rispetto all’Unione europea. Ci riferiamo all’intesa annunciata dal VP/HR Kallas il 15 luglio.

L’Unione europea è il principale partner commerciale di Israele e, in quanto tale, ha una notevole influenza per insistere sul rispetto del diritto internazionale umanitario.

Sebbene nella discussione sull’accordo di associazione UE-Israele alcuni Stati membri si siano schierati con Israele e abbiano ostacolato la possibilità di sospendere l’accordo, l’Unione europea può e deve agire in modo indipendente su altri fronti.

Per sostenere i vostri sforzi, proponiamo rispettosamente le seguenti misure:

– Considerare sanzioni mirate, comprese restrizioni alle transazioni finanziarie e controlli sulle esportazioni, nei confronti delle entità responsabili di ostacolare l’accesso umanitario, compresi i massimi dirigenti israeliani.

– Condurre uno sforzo internazionale coordinato nell’ambito delle Nazioni Unite e di altri forum multilaterali per garantire corridoi umanitari sicuri verso Gaza.

– La European External Action Service (EEAS) dovrà sospendere le relazioni diplomatiche con Israele e richiamerà il suo ambasciatore da Tel Aviv.

– La Commissione sospenderà immediatamente tutta la cooperazione e i negoziati in corso per accordi futuri con e che coinvolgono entità israeliane nell’ambito del NDICI-GE (Neighbourhood, Development and International Cooperation Instrument – Global Europe) e dei programmi quadro di ricerca e innovazione dell’UE.

– Particolarmente preoccupante è la cooperazione dell’UE con Israele nell’ambito Horizon Europe e dei programmi precedenti. La Commissione deve pertanto interrompere immediatamente tutta la cooperazione e avviare un audit forense approfondito e indipendente sulla cooperazione in corso e passata con entità israeliane, che potrebbe portare al recupero dei fondi e all’assunzione di responsabilità, ogni qual volta venga provata un’irregolarità.

– Il Consiglio deve indagare immediatamente sul presunto saccheggio da parte di Israele e degli Stati membri dell’UE delle riserve di gas offshore nelle acque di Gaza, che sono proprietà dello Stato di Palestina, e sospendere immediatamente i contratti di esplorazione e sfruttamento fino al chiarimento della situazione.

L’Unione europea ha sempre aspirato a essere un difensore globale dei diritti umani. Non possiamo permettere che questa tragedia degeneri in conseguenze ancora più indicibili. La nostra credibilità e la nostra leadership morale dipendono dall’adozione immediata di misure coraggiose e basate su principi.

Confidiamo nella vostra leadership e nel vostro impegno ad agire con decisione e rapidità per impedire che questa catastrofe umanitaria peggiori.

Cordiali saluti

I firmatari