Sabato 9 marzo i movimenti, le associazioni italiane e la Cgil – riuniti nella coalizione Assisi Pace Giusta – manifesteranno a Roma con un corteo da Piazza della Repubblica (ore 12,45) ai Fori per il cessate il fuoco a Gaza e per la libertà di manifestare. Dopo i fatti di Pisa e di Firenze (con […]
Sabato 9 marzo i movimenti, le associazioni italiane e la Cgil – riuniti nella coalizione Assisi Pace Giusta – manifesteranno a Roma con un corteo da Piazza della Repubblica (ore 12,45) ai Fori Imperiali alle 17 e 30 per il cessate il fuoco a Gaza e per la libertà di manifestare. Dopo i fatti di Pisa e di Firenze (con le manganellate agli studenti) è necessario dare un messaggio chiaro: la libertà di manifestare non può essere impedita e limitata, così come la libertà di informazione. La Costituzione va difesa. La libertà si afferma rivendicando il diritto e il dovere di essere liberi, la democrazia si salvaguarda praticandola, il diritto di manifestare si difende manifestando, scendendo in piazza.
A partire dal dramma mondiale – di guerre e conflitti violenti – che stiamo vivendo.
Lo scorso 24 febbraio i pacifisti italiani si sono ritrovati a migliaia in oltre 120 piazze per dire basta a tutte le guerre, a partire dalla guerra in Ucraina e dal massacro che l’esercito di Netanyahu sta infliggendo al popolo palestinese. La piattaforma della manifestazione ha delle parole d’ordine chiare: cessate il fuoco a Gaza, riconoscere lo Stato di Palestina, impedire il genocidio, liberare gli ostaggi e tutti i prigionieri politici, promuovere una conferenza internazionale di pace. Dopo quasi 5 mesi dall’inizio della rappresaglia dell’esercito israeliano su Gaza che ha fatto ormai 30mila morti, metà dei quali donne e bambini, bisogna dire basta a questo massacro: un vero sterminio della popolazione civile.
La comunità internazionale (a partire dagli Stati Uniti) è diventata complice di questa carneficina, con la sua impotente azione diplomatica e continuando ad inviare armi e munizioni allo Stato di Israele. Il cessate il fuoco è l’unica possibilità per salvare la popolazione civile dalla morte e da immani sofferenze; e per riaprire la strada di un possibile negoziato. La comunità internazionale è stata complice della politica dei governi israeliani di questi anni che ha praticato la colonizzazione dei territori palestinesi e ha negato i diritti più basilari alla popolazione civile.
Non si giungerà mai ad una soluzione accettabile per tutti con il terrorismo e la guerra. Violenza chiama violenza. L’orribile e disumano attacco di Hamas del 7 ottobre contro civili inermi è stato un gravissimo crimine. Ma non si risponde ad un crimine terroristico con un crimine di guerra. A essere colpita è sempre la popolazione civile. La rappresaglia del governo israeliano che falcia vite innocenti è espressione di una politica delinquenziale, che calpesta i diritti umani.
Dopo il cessate il fuoco – speriamo prima possibile – l’unica soluzione da perseguire è la coesistenza tra i due popoli, il diritto di avere ciascuno un proprio stato nella sicurezza, in pace, nel dialogo e nella cooperazione. Serve una conferenza internazionale di pace per dare concretezza a questa prospettiva. Il grave errore della comunità internazionale è di avere abbandonato questa strada e di aver permesso al governo di Israele di affossarla. E’ quello che si chiederà il 9 marzo nella manifestazione di Piazza del Popolo: l’unica strada è far tacere le armi per costruire le condizioni di una pace possibile.