Il fisico italiano e l’appello di 50 premi Nobel e accademici ai governi: fermiamo la corsa verso il baratro della guerra. «La storia dimostra che è possibile siglare accordi per limitare gli armamenti». II fondo creato con i risparmi (2mila miliardi) servirà per affrontare i problemi del mondo. Dal Corriere della Sera.
Cinquanta Premi Nobel, e diversi Presidenti di Accademie della Scienza Nazionali hanno firmato un appello con una proposta semplice e concreta rivolta all’umanità intera. Fra i sostenitori della proposta anche il Dalai Lama, Nobel per la Pace.
L’osservazione alla radice della proposta è che vi è consenso che l’umanità debba affrontare gravi sfide comuni come epidemie, riscaldamento globale e povertà estrema, ma per affrontarle servono risorse, difficili da reperire. Nell’ultimo congresso mondiale sul riscaldamento climatico questo è apparso evidente: tutti d’accordo sull’urgenza, ma come finanziare i passi necessari? La proposta dei cinquanta Nobel indica una direzione per reperire una vasta quantità di risorse, basata su un’idea semplice di collaborazione.
La spesa militare mondiale è raddoppiata dal 2000, è in forte aumento in quasi tutti i paesi del mondo, e si sta avvicinando a 2 mila miliardi di dollari all’anno. I singoli governi sono obbligati ad aumentare le proprie spese militari perché altri, percepiti come avversari, aumentano le loro. Il meccanismo di feedback alimenta una corsa agli armamenti, con un costo immenso. Nello scenario peggiore, è un percorso che porta a conflitti devastanti. Nello scenario migliore, è un colossale spreco di risorse che possono essere usate più saggiamente.
La proposta dei 50 Nobel invita semplicemente i governi a negoziare un accordo globale per una riduzione bilanciata delle spese militari del 2% all’anno per cinque anni.
Dal punto di vista di ciascun Paese, la sicurezza non solo non diminuisce, ma infatti aumenta, perché i Paesi percepiti come avversari riducono la loro capacità militare. Deterrenza e equilibrio sono mantenuti. Un simile accordo contribuirebbe a ridurre l’animosità, diminuendo ulteriormente il rischio di guerra. La storia mostra che accordi per limitare gli armamenti sono realizzabili. Ad esempio, i trattati Salt e Start fra Stati Uniti e Unione Sovietica hanno ridotto il numero delle testate atomiche ben del 90%. Simili negoziati possono avere successo perché sono razionali: ogni attore beneficia della riduzione degli armamenti dei suoi avversari.