È con scienza e coscienza che Johannesburg ha condiviso immediatamente la sequenza genomica della variante Omicron. Peccato che l’Europa, insieme a Svizzera e Usa, abbiano risposto alla trasparenza sudafricana bloccandone immediatamente tutti i voli. Da il manifesto.
C’è un beffardo significato simbolico nella capacità che il coronavirus mantiene intatta, dopo due anni, di produrre nuovi stati di eccezione. Questa volta è toccato alla 12ma Conferenza interministeriale (CM12) dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) sospesa in tutta fretta per via della variante Omicron B.11.529 identificata in Sudafrica negli ultimi giorni.
Alla vigilia dell’incontro interministeriale, uno dei passaggi destinati a segnare il futuro stesso dell’Omc, il patogeno ha bloccato tutto, rimandando l’appuntamento a data da destinare. In questo tiro alla fune tra natura e faccende umane, c’è una grande pedagogia. La natura la spunta sempre perché è più forte.
Ma gli umani questa evidenza non l’hanno ancora interiorizzata. Omicron è un nome con cui dovremo imparare a fare i conti. La variante porta «un’inusuale costellazione di mutazioni», ha dichiarato il ministero della Salute sudafricano: più di 30 nella proteina spike, dice il prof. Tulio de Oliveira, direttore del Centro per la Risposta Epidemica e l’Innovazione.
La scoperta è frutto di un eccellente lavoro di ricerca e sequenza genomica fatta su 22 casi positivi nel paese, frutto della collaborazione con l’Istituto Nazionale delle Malattie Infettive e alcuni laboratori privati. Si tratta di una variante molto diversa dalle precedenti, secondo De Oliveira.