Nella Giornata mondiale della salute, un percorso critico a partire dall’ultimo volume di Nicoletta Dentico ed Eduardo Missoni dal titolo «Geopolitica della salute. Covid-19, Oms e la sfida pandemica». Da il manifesto.
La pandemia ha riportato al centro delle nostre vite il diritto alla salute, fisica e psichica, individuale e collettiva. Su questo stanno ripartendo mobilitazioni di grande importanza, alla ricerca di un complessivo rinnovamento del welfare socio-sanitario. Un rinnovamento fondato sulla prevenzione nei luoghi di vita e di lavoro, sul potenziamento della rete dei servizi di base e dell’assistenza territoriale. Un ripensamento capace di contrastare il progressivo rafforzamento della sanità privata attuatosi negli ultimi anni e il crescente peso assunto dal welfare aziendale. Ma la salute non è una questione circoscritta al solo ambito nazionale; come ha mostrato la pandemia, essa va affrontata a scala mondiale e un ruolo chiave è qui svolto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
PROPRIO L’OMS aveva fornito al momento della sua nascita (1946) una fondamentale definizione di salute intesa non come mera assenza di malattia e infermità, bensì come «stato di completo benessere fisico, psichico e sociale». Una prospettiva questa che ha guidato la redazione dell’articolo 32 della Costituzione italiana, l’istituzione del Servizio sanitario nazionale del 1978 e che torna a imporsi nella consapevolezza presente nelle attuali mobilitazioni.